Gli Chagall di Chagall

Sono le opere donate da Chagall alla seconda moglie Valentina Brodskj durante la vita comune iniziata col matrimonio del 1952. Sono quindi tutte presenti nella loro casa alla morte del pittore e provengono dal suo spazio domestico e dal suo atelier. Quando nel 1988 fu pubblicato questo volume erano inedite e sconosciute al pubblico. Si tratta, in gran parte di opere datate agli ultimi anni della sua vita e offerte alla moglie. Testimoniano in maniera esemplare l'amore dello sposo per la sua sposa. Fiorite dalla spontaneità dello slancio del cuore e del fare presto, rivelano anche la presenza ossessiva di temi che hanno le sue radici nell'infanzia del pittore. L'opera di Chagall, lirica esuberante, intessuta di intrecci, di motivi, di schemi che si prendono gioco dell'evoluzione cronologica, ossessivamente ripetitiva, sembra resistere a ogni tentativo di catalogazione che rischia di impoverire il significato. Pittura che si afferma nell'atto stesso del dipingere nel momento del distacco dalla terra natale, per rifiorire nel ritrovarla. Poi l'esperienza dell'esilio si tradurrà in tensione creatrice, costitutiva dell'essere; le opere, frammenti sparsi di se stesso, diventano ricerca di un'unità perduta la cui costruzione viene ricominciata incessantemente. Due fratture segnano la sua cronologia: la partenza dalla Russia nel 1921 e l'esilio in America, dal 1941 al 1948, funestato dalla morte di Bella, la prima moglie. Il definitivo ritorno in Francia, lo stabilirsi nel Mezzogiorno mediterraneo, prima a vance, poi a St.Paul, l'incontro con Valentina che sposa nel 1952, sono le tappe di una biografia che occupa per intero il secondo capitolo del volume. E poi l'atelier, fondamentale nella storia dei pittori contemporanei, rende possibile la conclusione dell'analisi in una specie di ripresa del tema inziale, quello dell'artista e del suo doppio.