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Seconda persona. Enunciazione e psicoanalisi

Quodlibet

Macerata, 2021; br., pp. 233, cm 14x21,5.
(Campi della Psiche).

collana: Campi della Psiche

ISBN: 88-229-0566-0 - EAN13: 9788822905666

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.27 kg


Esitare, incespicare sulle proprie parole, riprenderle e ricominciare. Dire una parola per un'altra, interrompersi e tacere, oppure correggersi, riavviare il discorso e bloccarsi all'intoppo successivo. Parlare è faticoso: è colmare lacune che affiorano nell'esercizio quotidiano del gesto verbale. Eppure si parla, anche fluentemente. E parlare è sentirsi parlare: magari «si può non farci attenzione, ma è certo [...] che si ode il suono delle proprie parole». Così affermava Lacan, e con Lacan tutti gli autori che si sono misurati con quest'aspetto dell'attività di linguaggio. Diversi per tradizione e sensibilità, studiosi di enunciazione, psicoanalisti e scienziati cognitivi hanno identificato la presenza di una «funzione muta del linguaggio» nella figura stessa del parlante. Da taluni chiamata «auto-ricezione», da altri «auto-ascolto» o «intesa silenziosa», questa funzione è sincronicamente operante nel gesto verbale. Il libro sostiene che tale sincronia è il rimedio provvisorio che il parlare usa per colmare le proprie lacune: se vi è un margine di ripresa in ciò che manca nel discorso, lo si deve alla funzione muta del linguaggio. E a nient'altro.

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