Utopia di un'autonoma Lex Criptographi(c)a e responsabilità del giurista. Dallo smart contract al «giusto rimedio» del «re-coding» tra «testo informatico» e «regolamento definitivo»
ESI - Edizioni Scientifiche Italiane
Napoli, 2023; br., pp. 121.
(Associazione dei Dottorati di Diritto Privato. 13).
collana: Associazione dei Dottorati di Diritto Privato
ISBN: 88-495-5241-6
- EAN13: 9788849552416
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.15 kg
Muovendo da una metodologia di predisposizione "congiunta" dello smart contract, per mano sia del giurista sia del programmatore, il lavoro, abbandonate le letture volte a "reificare" il fenomeno indagato, propone di intendere il "code informatico", ove esso determini l'effetto costitutivo del rapporto obbligatorio e realizzi funzioni meritevoli di tutela, come un negotium a "regolamento semplificato". Il giurista, già chiamato ex ante a suggerire allo sviluppatore il modello di smart contract piú adeguato a governare il concreto "casus digitalis", ritorna in scena nella fase finale di individuazione a posteriori della normativa applicabile all'"effetto informatico" (il "code-risultato" o il "fruit contract macchinico"), cosí costruendo-conformando il "regolamento definitivo", tramite il controllo della 'lex mercatoria' digitalis e l'attuazione della normatività umana. Il contesto delle patologie contrattuali e della contrattazione asimmetrica induce, peraltro, a non abbandonare la prospettiva rimediale, specie quella on-chain, fino a sistematizzare, quale portato estremo della Rule of Law by "By Design", il "giusto rimedio civile", extra ordinem, del re-coding, assunto a veicolo di destituzione semantica, a livello giuridico, del "testo informatico" e, in ogni caso, a "ponte di collegamento" tra la Lex Criptographi(c)a e l'Ordinamento giuridico, per giungere definitivamente, sul piano sostanziale, ad uno "smart contract giusto".