Canti aurorali
Europa Edizioni srl
Roma, 2018; br., pp. 401, cm 14,5x21,5.
(Edificare Universi).
collana: Edificare Universi
ISBN: 88-9384-652-7
- EAN13: 9788893846523
Testo in:
Peso: 1.92 kg
Limpida e trasognata è la poesia lirica di Francesco Petrolino. Tutto è "vago" leopardianamente e "indefinito" nelle poesie petroliniane, tutto fugge e sfugge contemporaneamente, tutto - una volta che è appreso - si eclissa, tutto è prezioso e sottile. Parlerei di poesia argentea - nel senso virgiliano e lunare - e cristallina, soffusa di bagliori lentissimi. Petrolino ama più donne a distanza, come Cino da Pistoia, ama l'«eterno femminino» (Goethe). I suoi versi sono cristalli limpidi che non si spezzano, integri, bollicine d'acqua che vagano nell'aria, scaglie iridate, fluide incombenze marine: sono versi fatti da un miniaturista che sosta, contempla, si estranea dalla realtà e la supera. La sensualità di Petrolino - come quella di Penna - è innocente, pura, trasognata. La poesia petroliniana non appartiene a scuola, raggiunge esiti alti, "equilibrata fra ironia (un po' crepuscolare) e liricità" (G.B. Squarotti), è poesia "dalla misura breve" (N. Amabile). L'accostamento, circa i modelli, va esteso a Sinisgalli e a Caproni per le linee epigrammatiche, per la mestizia sotterranea, per le volute di luce, per il gioco di specchi (Borges). Quella di Petrolino è una poesia "purificatrice e catartica" (E. Salati Di Iaconi), che ha un ruolo importante nella poesia d'amore, e non solo, della modernità in Italia. Prefazione di Mario Giambelluca. Presentazione di Caterina Camporesi. Saggio di Paolo Arecchi.