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Sangue versato per chi? Il dibattito sul «pro multis»

Queriniana

Brescia, 2014; br., pp. 248, cm 12,5x19,5.
(Giornale di Teologia. 369).

collana: Giornale di Teologia

ISBN: 88-399-0869-2 - EAN13: 9788839908698

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.279 kg


Il sangue di Cristo è stato versato per tutti (come fino ad oggi si è detto nella messa), per molti (come chiede Benedetto XVI) oppure per moltitudini? L'interrogativo sul come tradurre oggi l'espressione pro multis implica questioni molteplici. La più decisiva è la destinazione universale della salvezza, di cui l'eucaristia è attualizzazione e annuncio. Ma la risposta deve necessariamente toccare anche l'esegesi, l'inculturazione del messaggio evangelico e la stessa relazione che intercorre tra chiesa e mondo, nell'ottica del Vaticano II. Di fronte alla richiesta romana, che vorrebbe imporre alla chiesa italiana la versione per molti, anche i risvolti liturgico-pastorali non risultano essere meno delicati. Quale sarebbe l'utilità di avere affiancato al latino le lingue parlate come «voce della chiesa» (Paolo VI), per ricorrere a un italiano artificioso e servilmente ricalcato sul latino, alla portata dei soli che sono capaci di decodificarlo? E, soprattutto, che ne è del diritto degli episcopati a predisporre i testi liturgici negli idiomi nazionali? La grandissima maggioranza dei vescovi italiani si è dichiarata contraria a un cambiamento che in altre chiese (in particolare nel mondo anglosassone) è già entrato in vigore.

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