La globalizzazione selvaggia. La terza via: l'autostrada di Wall Street
Gruppo Albatros Il Filo
Roma, 2022; br., pp. 266, cm 12x24.
(Nuove Voci. I Saggi).
collana: Nuove Voci. I Saggi
ISBN: 88-306-6356-5
- EAN13: 9788830663565
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Il libro ripercorre 50 anni di Storia: dalla crisi della vecchia industria tayloristica, negli anni Settanta, a partire da quella dell'auto, alle risposte della politica e della finanza che hanno portato alle crisi cicliche di una globalizzazione selvaggia. Il testo ne ricostruisce gli assetti e le dinamiche di gestione del potere. A partire dai salari e dalle fabbriche. Caduta l'Unione Sovietica, Bill Clinton riunì oltre 200 statisti di tutto il mondo, nel Sud dell'Inghilterra in una tenuta dell'intelligence britannica. E qui Clinton dettò le regole della Terza Via. Ottenere la pace sociale globale attraverso il rafforzamento di quello che il presidente Eisenhower definì "l'acquisizione di ingiustificata influenza, voluta o non richiesta, del complesso militare-industriale". Un "sistema civile" di associazioni, enti e istituzioni, governato, promosso o gestito dai vertici dell'intelligence e/o da fondazioni private. Niente più scioperi o rivendicazioni della working class, che doveva essere affascinata dai "nuovi bisogni indotti" dagli "stili di vita" progettati e propagandati dai visionari delle Corporation; nessun'altra ideologia se non quella dell'Io e dell'edonismo del consumo. Infine, in nome della competizione e della liberalizzazione burocratica, Bill Clinton e il suo consulente della Goldman Sachs cancellarono il Glass Steagall Act, voluto nel 1933 da Roosevelt, per evitare l'intervento della Finanza nell'economia reale che quattro anni prima aveva provocato il crollo di Wall Street.