Four Rooms. Erwan Ballan, Diana Cooper, Flavio Favelli, Jim Lambie. [Edizione italiana, inglese e francese]
A cura di Busto A.
Caraglio, Il Filatoi, 4 aprile - 13 giugno 2004.
Testo Italiano, Inglese e Francese.
Caraglio, 2004; br., pp. 112, ill. col., cm 17x24.
(Biblioteca del Centro sper. Arti contemp.).
ISBN: 88-88597-19-0
- EAN13: 9788888597195
Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.36 kg
La mostra "Four Rooms", curata da Giorgina Bertolino, Tiziana Conti, Guido Curto e Franco Fanelli inaugura un ciclo di mostre dedicate alla giovane creazione internazionale. Le sale del piano terra del Filatoio sono infatti dedicate a ospitare quattro giovani artisti gia' affermati internazionalmente che si cimentano in altrettante installazioni create appositamente per le sale del museo. Gli artisti, tutti di nazionalita' diverse, sono chiamati a realizzare i loro lavori in situ. La scelta e' stata operata su identita' la cui volonta' e' quella di contrapporre e mettere a confronto un evidente desiderio di ristabilire una ricerca nella sperimentazione formale e compositiva, nello studio dei materiali e nella ricerca di una spazialita' contemporanea. Erwan Ballan colloca il suo lavoro artistico nell'ambito dell'astrazione e indaga i processi di "rigenerazione" della pittura al di la' dei formalismi e della pura citazione post-moderna. Nella sperimentazione di Ballan la pittura, comunemente codificata come copertura, e' il prodotto di un incontro violento tra materiali dove uno (il vetro) ha la funzione di supporto e l'altro (il silicone), quello di magma colorato e rappreso. Diana Cooper realizza le sue installazioni pittoriche attraverso l'utilizzo di inchiostri colorati misti a elementi tridimensionali di carta e cartone. Il risultato e' un sistema unitario, un microcosmo, apparentemente molto disordinato, che in realta' cela l'incessante desiderio umano e dell'artista, di creare ordine. Cosi' i suoi lavori, fatti di patterns di linee e di forme, che si protendono verso l'infinito, diventano mappe, schemi geometrici, percorsi inesplorati, citta' viste dall'alto il cui intrico di strade e percorsi diventa la visualizzazione di un immenso microcip. Flavio Favelli ridisegna la realta' attraverso l'assemblaggio di materiali diversi. Nelle sue installazioni l'artista spesso cambia i connotati degli ambienti per ricostruirne dei luoghi interiori. Lo spazio mentale dell'artista si riversa in uno spazio concreto e ampio. Pieni e vuoti, architetture e materiali, si incontrano e si contrappongono in un tutt'uno, assimilati dagli stessi colori, normalmente tenui. Jim Lambie invade il pianterreno del Museo con uno dei suoi pavimenti in vinile, migliaia di strisce di materiale adesivo che , seguendo il ritmo delle pareti, degli slarghi e dei restringimenti , formano un tracciato psichedelico e vibrante. L'artista scozzese, che e' anche un dj, nelle sue installazioni invade lo spazio catturando lo sguardo del visitatore, mettendone in discussione la superficie. Cosi' trasformato lo spazio amplifica gli smottamenti emotivi suscitati da interventi che sono solitamente peculiari della musica. ".