Sciacalli e arabi
Milano, 2024; br., pp. 162, cm 11x18.
(I solidi).
collana: I solidi
EAN13: 9791280362568
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Peso: 0.2 kg
Il racconto più noto di Franz Kafka parla di un uomo mutato in insetto; i suoi frammenti, di esoterico esotismo, crepitano di cornacchie e di giraffe, di leopardi pari ad alti prelati, di simboliche belve. Il viso di Kafka - consustanziale alla propria opera - nelle diverse fotografie di cui disponiamo, è, di volta in volta, il muso di un felino e quello di un cobra, ha il genio del rapace e la profondità del lupo. Poco prima di morire pareva una farfalla. Questo ciclo di racconti - i cui protagonisti sono talpe e topi, sciacalli e cani - sarebbero ascritti, dai critici complici della norma letteraria, all'ambito dell'assurdo. Non è così. Kafka scriveva parabole: ogni frase reca lo stigma della sapienza e va sollevata come un sasso. Tutto tende alla ricerca dell'innocenza - per questo Kafka ci prende sempre alla sprovvista, ci assale: conosce l'arte magnetica della predazione. "Era impossibile sondare le segrete della sua anima" dice di Kafka un giovane amico, Jirí Langer. Da ragazzo, aveva voltato le spalle al mondo abitando tra i Chassidim, i misteriosi mistici ebrei. Di lui pubblichiamo, in appendice, una silloge di poesie. Il libro perfetto per chi ama i "classici" in nuova traduzione e percorre l'audacia della sapienza, indagando se stesso tramite la più efficace delle lame: la letteratura.