Quote e orizzonti. Carlo Scarpa e i paesaggi veneti
Quodlibet
Macerata, 2015; br., pp. 142, ill., cm 14x21,5.
(Diap Print. Teorie. 4).
collana: Diap Print. Teorie
ISBN: 88-7462-699-1
- EAN13: 9788874626991
Soggetto: Architetti e Studi,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.24 kg
A quasi quarant'anni dalla sua morte, Carlo Scarpa è forse l'architetto italiano più conosciuto all'estero. Sulla sua figura esistono approfonditi studi critici, la bibliografia sulle sue opere è vasta; ciò nonostante, la densità del suo lavoro è tale da aprire sempre nuovi spiragli di interesse. Oggi l'integrale accessibilità ai suoi archivi consente di seguire lo sviluppo delle sue idee basandosi sugli schizzi e i disegni originali. Questo è stato il percorso di ricerca compiuto nel saggio, che mette a fuoco una parentesi della sua lunga attività, appoggiandosi a materiali inediti. Da questo paziente lavoro emerge un ampio quadro di riferimenti che, se da un lato avvicinano Scarpa alle opere di Palladio, Giorgione, Longhena e Lotto, dall'altro lo collocano nel cuore del dibattito moderno, fra Le Corbusier, Wright e Mies. Il saggio si concentra su un problema specifico e su un luogo particolare, il rapporto fra architettura e paesaggio nei lavori "asolani": la Gipsoteca canoviana (1955-1957) a Possagno e la Tomba Brion (1969-1978) a San Vito di Altivole. Nella Gipsoteca, la quota +1,37 m segna il livello dei piedi; nella Tomba Brion, la quota +1,62 m fissa il livello degli occhi. Fra questi due estremi Scarpa calibra i suoi paesaggi architettonici quasi come macchine ottiche, per vedere lontano senza essere visti.