L'avvenire di un'illusione. L'illusione di un avvenire
Bollati Boringhieri
Torino, 1990; br., pp. 204, cm 11,5x19,5.
(Temi. 17).
collana: Temi
ISBN: 88-339-0549-7
- EAN13: 9788833905495
Testo in:
Peso: 0.207 kg
"La psicoanalisi in sé stessa - scrive Freud in una lettera del 1909 - non è né religiosa né irreligiosa, bensì uno strumento imparziale di cui può servirsi sia il religioso che il laico unicamente per liberare l'uomo dalle sofferenze". Destinatario di questa lettera è Oskar Pfister (1873-1956), pastore protestante di Zurigo che aveva applicato le scoperte psicoanalitiche alla pedagogia e alla cura delle anime. Pfister aveva già da tempo denunciato "i peccati di omissione della teologia riguardo alla psicologia", e quando nel 1908 si imbatté nella teoria psicoanalitica elesse subito Freud a maestro, intavolando con lui una polemica leale, elegante e rispettosa, testimoniata dagli scritti e dalle lettere riuniti in questo volume. Freud, che considerava la religione nevrosi ossessiva universale dell'umanità, soddisfacimento allucinatorio di desideri, aveva annunciato nell'"Avvenire di un'illusione" la morte prossima ventura di morale e religione; il pastore zurighese replica con uno scritto - "L'illusione di un avvenire" - accusando la scienza di voler privare l'uomo di un avvenire e chiedendosi se è proprio vero che il progresso scientifico ha reso gli uomini migliori e più felici. Al di là della discussione tra il credente e l'ateo, si fronteggiano il programmatico pessimismo della scienza e l'ottimismo della fede, la razionalità illuminista della teoria freudiana e un pastore che intravede nella cura delle anime una sorta di "psicologia pastorale".