Pietro Poppi e la fotografia dell'Emilia
Frisoni Cinzia
BUP - Bononia University Press
A cura di Frisoni C.
San Giorgio in Poggiale, 25 novembre 2015 - 28 febbario 2016.
Bologna, 2015; br., pp. 144, ill. col., cm 22x28.
ISBN: 88-6923-089-9 - EAN13: 9788869230899
Soggetto: Collezioni,Fotografia
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.71 kg
Sull'attività prettamente artistica di Pietro Poppi è utile rievocare le parole di Renzo Grandi il quale scrisse come "in Accademia per un solo anno aveva frequentato, diciassettenne, i corsi di ornato, presentato da Francesco Cocchi: senza lasciarvi altra traccia notevole. La prima segnalazione è del Bellentani nel '55 per una 'Nebbia autunnale'; nel '56 un più notevole 'temporale' mostra quanto gli abbiano fruttato i consigli e l'esempio del Fontana. Ma già a seguire dall'anno dopo prevalgono temi senza lustri romantici, come la 'campagna lambita da corrente di fiume' e il 'Paese nelle vicinanze di Bologna', che sembrano suggerire un desiderio maggiore di obiettività, di aderenza ad un vero più castigato o solo fedele. (...) In questo momento il Poppi può dirsi pittore affermato, se la 'campagna' risulta acquistata, già al 1857, dalla principessa Letizia Murat Pepoli." Solo dopo qualche anno dall'avvio dell'attività imprenditoriale si assiste ad un investimento economico per diffondere il proprio lavoro: nel 1871 viene pubblicato il primo catalogo, contenente 400 immagini con vedute di Bologna e Ravenna e della Regia Pinacoteca, ora Pinacoteca Nazionale. Il catalogo si impose sia per la qualità esecutiva sia per le dimensioni piuttosto notevoli dei positivi, 21 x 27 cm. Nel 1879 aumentano le ambizioni, e viene realizzato un nuovo catalogo in lingua francese, contenente foto di dimensioni 36 x 45 cm che riprendevano non solo il territorio locale, ma anche le città di Ferrara, Ravenna e Urbino.
La consacrazione nazionale avviene nel 1888 in occasione dell'Esposizione Emiliana di Bologna: non solo fu nominato unico concessionario fotografico della manifestazione, ma si aggiudicò anche la medaglia d'oro e un premio speciale da parte della regina d'Italia. Tale podio valse ulteriori riconoscimenti e commissioni di rilievo, tra cui nel 1889 il titolo di Fotografo governativo per la Repubblica di San Marino e la medaglia d'argento all'Esposizione italiana di Architettura di Torino nel 1890. Il vastissimo repertorio di immagini realizzato nel corso dei decenni costituisce oggi una fonte primaria per comprendere il volto urbano della città di Bologna nell'Ottocento. Diversamente, fu scarsa l'attenzione verso i ritratti fotografici, ambito in cui si specializzarono altre aziende bolognesi, quali la Sorgato, Angiolini e Lanzoni.
Le fotografie giunte fino a noi coprono il periodo che va dal 1867 ai primissimi anni del '900 e documentano una città molto diversa da quella attuale, nel momento di radicale trasformazione economica, architettonica e urbanistica dopo l'Unità d'Italia, da città medievale ancora cinta dalle sue mura trecentesche ad un moderno agglomerato urbano in espansione verso la campagna. Le foto della fotografia dell'Emilia costituiscono ancora oggi un mezzo fondamentale per comprendere visivamente un momento cruciale dello storia di Bologna.
Nel 1907 Pietro Poppi, ormai anziano, cede l'azienda a Luigi Monari e Armando Bacchelli e questi la cederanno a loro volta, fino a che nel 1921 viene registrata la chiusura definitiva dell'azienda. Nel 1940 l'ultimo proprietario, Alfonso Zagnoli, vendette l'intero fondo di lastre e positivi alla Cassa di Risparmio di Bologna, consentendo così di salvare il più importante fondo fotografico ottocentesco della città. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/pietro-poppi-e-la-fotografia-dellemilia.-il-volto--487-evento#sthash.Gpq5AqId.dpuf
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