La scuola del silenzio. Per un profilo di Isacco Artom
Belforte Salomone
Traduzione di Branzoli S.
Livorno, 2021; br., pp. 225, ill.
(Quaderni dell'Archivio Ebraico Terracini).
collana: Quaderni dell'Archivio Ebraico Terracini
ISBN: 88-7467-183-0
- EAN13: 9788874671830
Soggetto: Società e Tradizioni
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 1 kg
Articolato in quattro sezioni, questo libro è la prima biografia di Isacco Artom (1829-1900) che si avvale del vasto Archivio Isacco Artom, conservato con viva sensibilità dai suoi discendenti e depositato presso il Centro Bibliografico "Tullia Zevi" dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Utilizzando esclusivamente corrispondenza inedita, appunti di letture variamente indirizzate, bozze di discorsi parlamentari, prefazioni ad opere storiche, contributi a riviste contemporanee e infine poesie destinate ad uso privatissimo, il ritratto di questo diplomatico, conosciuto quasi unicamente come segretario del conte di Cavour, rivela una personalità equilibrata e sensibile, sempre incline ad una soluzione moderata sul piano privato ed ufficiale. Le pagine di due diari, uno vergato rapidamente nei giorni delle trattative per la Convenzione di Settembre, l'altro scritto durante un incarico ufficiale presso la corte del Baden-Würtemberg del 1868, completano il quadro dell'attività di un diplomatico riservato ma pienamente consapevole del significato della politica estera nella storia di un paese e partecipe dei grandi problemi, irrisolti o meno, dei primi decenni dell'Unità. Una sezione è dedicata alla delicata posizione di Artom nei confronti della sua origine e della sua appartenenza all'ebraismo: senza dimenticare le secolari limitazioni del passato, egli resta un ebreo emancipato, fiducioso nel verbo cavouriano del libero esercizio di ogni culto, in questo al pari di altre figure di ebrei del secondo Ottocento, studiosi, intellettuali o semplici cittadini, consapevoli ed orgogliosi di dare il proprio contributo all'edificazione della nuova Italia. Prefazione di Alberto Cavaglion.