Umberto Galvan. L'uomo con il metro in tasca
Genesi
Torino, 2022; br., pp. 152, ill., cm 15x21.
(Novazioni. 80).
collana: Novazioni
ISBN: 88-7414-891-7
- EAN13: 9788874148912
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.7 kg
«Durante i trentatré interminabili giorni trascorsi da mio marito in sala di rianimazione, un uragano di dolore è entrato nella vita mia e di mia figlia Sabrina, spazzando via sogni e certezze e lasciando un'angoscia straziante che non si placa anzi si amplifica. All'inizio, quando Umberto era ricoverato nel reparto Pneumologia-Covid per cinque giorni (e io e Sabrina chiuse in casa perché positive al Covid-19), il telefonino univa le nostre tre anime e veicolava le nostre voci, era quel filo magico che correva lungo i tre lati del triangolo. Con l'entrata in rianimazione e la conseguente rimozione del cellulare, il dialogo verbale a tre si restrinse a due, anche se la connessione spirituale era ancora triplice, se possibile intensificata. Un sincero grazie a tutti coloro, in primis a Luisa (sorella e medico cui sono debitrice di importanti consigli), poi a Silvana, Mina, Silvia, Monica che con sincera afflizione ci hanno quotidianamente sostenuto con incoraggiamento e consolazione. Ringraziamento che si estende a tanti amici e conoscenti che in vari modi hanno dimostrato autentica com-passione, quel nobile sentimento (dal latino "cum patior" "soffrire con qualcuno") che al giorno d'oggi è quanto mai auspicabile e necessario. Questo drammatico e inaspettato evento ha radicalmente cambiato le nostre vite nel rispetto dei diversi ruoli coniugale-filiale, non tanto nei riti della quotidianità, quanto nell'approccio alla Vita, nella ri-scoperta dei valori e degli obiettivi primari da assegnare all'esistenza, all'esistenza che da un momento all'altro può essere recisa. E soltanto quando un nostro caro viene a mancare, realizziamo quanto egli sia stato importante per noi, sopraffatti dai rimpianti e dai rimorsi di non averlo apprezzato e assistito abbastanza quando era vivo. [..]». (Gabriella Bertizzolo).