Il Palazzo Puccini a Pistoia. Profilo Storico
Gai Lucia
Gli Ori
Pistoia, 2008; br., pp. 176, ill. b/n e col., cm 24x30.
ISBN: 88-7336-316-4 - EAN13: 9788873363163
Soggetto: Architettura e Arte Civile
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Toscana
Testo in:
Peso: 1.18 kg
Il percorso di recupero è iniziato nel 1995, quando il Consiglio di Amministrazione presieduto da Ivan Colombo ha deciso il restauro e il recupero funzionale delle casa natale di Niccolò Puccini.
Fra il 1996 e il 2000 è stata reperita la prima parte di risorse finanziarie, sono state restaurate la copertura e le facciate della parte più antica e prestigiosa del palazzo che si affaccia su via del Can Bianco, via della Vignaccia, vicolo Malconsiglio e piazzetta Santo Stefano. Successivamente, nel 2002, ai vincitori di un apposito bando di gara nazionale, è stato affidato l'incarico della progettazione e direzione lavori del restauro e adeguamento funzionale degli interni del Palazzo Puccini.
Nel luglio 2002 il Consiglio che presiedo ha raccolto l'eredità di tale progetto da approvare e in gran parte da finanziare. L'impegno e le difficoltà apparvero enormi ma, dopo l'iniziale perplessità, il Consiglio con entusiasmo ha raccolto l'onere e l'onore della "sfida" che tale eredità rappresentava.
In tempi rapidi il progetto è stato approvato, reso esecutivo, finanziato e appaltato e nel dicembre 2004 sono iniziati i lavori.
I risultati di questo impegno, oggi, vengono condivisi con la comunità pistoiese che vede così rafforzate le radici della propria identità, grazie anche al lavoro già svolto dagli Istituti Raggruppati per il recupero e la rifunzionalizzazione di altri "luoghi pucciniani" della città, primo fra tutti l'asilo "Niccolò Puccini" al Legno Rosso, inaugurato nel settembre 2006, dopo tanti di anni abbandono.
La casa natale di Niccolò Puccini ha vissuto negli ultimi vent'anni una condizione di marginalità e di oblio. Nonostante la sua ubicazione nel cuore della città storica, ha patito un lento e progressivo abbandono che ha radici lontane, da quando lo stesso Puccini, nel 1826, si trasferì stabilmente nella Villa di Scornio, consentendo lo smembramento dell'edificio, successivamente suddiviso in unità immobiliari da affittare.
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