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Il tesoro perduto. Le requisizioni napoleoniche a Perugia e la fortun a della «scuola» umbra in Francia tra il 1797 e 1815

Volumnia

A cura di Galassi C.
Perugia, 2004; br., pp. 262, cm 21x30.

ISBN: 88-89024-07-0 - EAN13: 9788889024072

Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Nessun Luogo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.33 kg


Un vero libro di storia dell'arte che racconta la storia del gusto e della letteratura artistica ed è anche una efficace apertura verso i nascenti problemi della museologia moderna. Così, può essere definito il bel volume di Cristina Galassi, apprezzata studiosa d'arte, docente di Museologia all'Università degli Studi di Perugia, che affronta un tema assai complesso e impegnativo: "Il tesoro perduto. Le requisizioni napoleoniche a Perugia e la fortuna della "scuola" umbra in Francia tra 1797 e 1815". Anni di ricerche che ora hanno preso forma in elegante veste editoriale, tramite la casa editrice perugina Volumnia, non nuova a pubblicazioni di prestigio che oltrepassano i confini regionali. Il lavoro della Galassi si distingue per la scrittura estremamente fluida ed elegante, agevolando colla chiarezza espositiva la lettura anche ai semplici curiosi. Altra peculiarità dell'opera è il rigorosissimo apporto scientifico sull'argomento delle requisizioni napoleoniche, puntualizzato dalla abbondante messe di fonti e documenti, alcuni dei quali inediti. Belle le figure che adornano il tomo. La studiosa padroneggia la materia da vera esperta qual'è, doveroso dargliene atto. Il libro afferma la Galassi "nasce con l'obiettivo di fare chiarezza sui drammatici eventi che portarono alle cosiddette Requisizioni napoleoniche, effettuate a Perugia in due distinte fasi: nel 1797, in base alle indicazioni contenute nei trattati di Bologna e Tolentino, da Jean-Antoine Gros e Jacques-Pierre Tinet, e, nel 1812, dal direttore del Musée Napoleon, Dominique-Vivant Denon". Se nella prima requisizione vengono presi i dipinti più celebri e più celebrati dalla storiografia artistica: Raffaello, Guido Reni, Federico Barocci e soprattutto Pietro Perugino, considerato il più valido sostituto dell'urbinate, il genio del Rinascimento, nel 1812 a prendere il volo per la Francia sono le opere rappresentative della scuola umbra anteriore e posteriore a Raffaello, come le tavolette della celebre Nicchia di san Bernardino, i dipinti di Caporali, Alunno, Signorelli, degli Alfani. Altra novità del volume è il ritrovamento della famosa Pala Belli di Mariano Ser Austerio, - che la studiosa definisce "un divertente giallo storico-artistico", grazie ad alcune rare pubblicazioni francesi del 1814, nelle quali l'opera andava sotto il nome di Pinturicchio recuperata da Antonio Canova nel 1815 e approdata alla Pinacoteca Vaticana, dove fino ad oggi era attribuita a Girolamo Genga

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