La forza del numero e la legge della ragione. Storia del principio di maggioranza
Il Mulino
Bologna, 2008; br., pp. 275, cm 14x21,5.
(Saggi. 684).
collana: Saggi
ISBN: 88-15-12016-5
- EAN13: 9788815120168
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Il potere è legittimo solo se sorretto del consenso della maggioranza. Risposta moderna ad una domanda antica, vale sia per il potere politico sia per il potere economico. La lotta per la conquista della maggioranza è nelle assemblee politiche come nelle assemblee societarie lotta per la legittimazione al comando. Il principio di maggioranza, basato sul criterio quantitativo della major pars, tocca il proprio culmine nell'800 in economia, in virtù della generalizzazione del modello della Compagnia delle Indie (la moderna società per azioni) e nel primo '900 in politica, con l'espansione del suffragio elettorale che diverrà poi universale. Nella seconda metà del XX secolo si assiste alla sua fase declinante: il managerialismo in economia, che esautora le assemblee societarie, e la tecnocrazia in politica, che vanifica le assemblee elettive, sono espressioni del graduale sopravvento del principio antagonista, basato sul criterio meritocratico della "sanior" o "valentior pars", che pure ha un cuore antico e origini insigni. Il libro ricostruisce l'origine, lo sviluppo storico, le vicende parallele nelle istituzioni politiche ed economiche, dei due principi. Quale sia, nel nostro tempo, la forza di queste opposte spinte storiche, e quale l'esito presumibile del conflitto fra esse ingaggiato, è l'interrogativo di fondo del libro.