Stampe Antiche dalle Collezioni del Museo Civico di Cremona

Sono stati inaugurati i nuovi spazi del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, all'ultimo piano di Palazzo Affaitati.
La riqualificazione di questi nuovi ambienti ha permesso di ampliare il percorso espositivo della Pinacoteca e di trovare degna collocazione al notevole patrimonio di grafica delle raccolte museali, che ammonta a circa 2.000 disegni e 3.000 stampe.

Apparentemente potrebbe sembrare un'immagine di grande piacevolezza. Due giovani eleganti, lui ha il cappello piumato, lei una preziosa acconciatura, camminano sereni in un boschetto, scambiandosi sorrisi e sguardi d'amore. Poi, però, a una lettura più attenta, la storia si fa inquietante. Perché ci si accorge con orrore che, dietro un albero secco e nodoso, fa capolino uno scheletro ripugnante, che regge sul capo una clessidra, in cui la sabbia ha quasi raggiunto il limite dell'ampolla. È la morte che ammicca con perfidia e getta un'ombra scura sulla felicità effimera. Magico Dürer. Ancora una volta sibillino. Sempre mordace e inquietante. Ci prende all'amo con la sua straordinaria maestria nel raccontare, con garbo, una storia d'amore che si rivela poi macabra e molesta. Conturbante memento mori, cui il genio di Norimberga affida la sua riflessione sul destino dell'uomo e sulla vacuità della vita terrena.

Un'opera di straordinario impatto emotivo e di grande qualità grafica che rappresenta un po' il fulcro di una bella mostra permanente allestita al Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, in ocaasione dell'inaugurazione del nuovo Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Riqualificati e riallestiti, gli spazi di Palazzo Affaitati ospiteranno, infatti, sin da ora, il patrimonio cartaceo delle raccolte museali, che vantano circa 2.000 disegni e 3.000 stampe. Un fondo che negli anni sarà presentato grazie all'ideazione di rassegne tematiche e studi specifici, sintomo di una rinnovata vitalità di questo importante centro di cultura.

Protagoniste, oggi, dell'evento sono le 66 opere selezionate come le più rappresentative della collezione. Capolavori firmati da maestri del calibro di Dürer, appunto, ma anche di Mantegna, di Agostino e Annibale Carracci, di Ghisi, Beatricetto o Aldegrever, che segnano le tappe di una vicenda incisoria ambientata fra Quattro e Cinquecento e caratterizzata da diverse tipologie di stampe; da quelle di invenzione, a quelle di traduzione, sino alle vedute, come nel caso del prezioso Speculum Romanae Magnificentiae.

Un panorama avvincente in grado di incuriosire anche i non addetti ai lavori, per la coerenza con cui ogni esemplare è stato selezionato, quasi rappresentasse un episodio chiave di un'avventura unica nel mondo del bianco e nero. Un'avventura fra torchi e bulini, popolata di personaggi sacri e profani, di eroi della tradizione e della mitologia. Dalle Storie della Vergine (di Jan e Adriaen Collaert) a Tarquinio e Lucrezia di Cornelis Cort; da Il cavaliere, la morte e il diavolo di un anonimo seguace di Dürer, alle figure sempre ambigue del Ghisi, che nascondono volti e iconografie diversissime. Dai dannati di Goltzius ai fauni e ai satiri di Mantegna, annebbiati dall'alcol nel suo curioso Baccanale con un tino. Seguono gli episodi biblici dei Sadeler a alcuni fogli di Diana Scultori e Antonio Tempesta, autore di una serie di dodici lastre dedicate alle Fatiche di Ercole, in cui le vicende dell'eroe (costretto a espiare la gravissima colpa d'aver ucciso figli e nipoti liberando la terra da tutti i mostri che ancora la popolavano) sono narrate col tratto libero di un'acquaforte istintiva.

Un percorso seducente, dunque, nel mondo dell'incisione e dei suoi protagonisti; delle tecniche, dei soggetti, dei linguaggi che in due secoli hanno segnato le tappe di una ricerca ramificata, di una vicenda del segno e del chiaroscuro che ha posto le basi per una storia della grafica sempre più complessa, divisa fra il fascino di un'arte raffinata e i segreti di un mestiere antichissimo.