Zona. Un libro su un film su un viaggio verso una stanza
Il Saggiatore
Traduzione di Bagnoli K.
Milano, 2018; ril., pp. 188.
(La Cultura).
collana: La Cultura
ISBN: 88-428-2507-7
- EAN13: 9788842825074
Soggetto: Cinema
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.99 kg
Nebbia, vecchi tubi, edifici abbandonati. Un uomo fissa i tre personaggi sullo schermo mentre attraversano un paesaggio indecifrabile a bordo di un carrello ferroviario; musica elettronica; sulle loro facce perplessità e inquietudine. Attraversano una zona anonima, innominata, innominabile: la Zona, il luogo dei desideri rimossi. Ma questo l'uomo che fissa i tre personaggi sullo schermo lo sa già, perché negli ultimi trent'anni ha guardato e riguardato quel film decine di volte. Lo spettatore si chiama Geoff Dyer e il film, "Stalker" di Andrej Tarkovskij, è l'ossessione estetica della sua vita. "Zona" è il libro con cui Dyer fa i conti con i conti in sospeso. Dyer guarda dentro il film e il film guarda dentro di lui. Gli capita a vent'anni, a trenta, a quaranta. Il volto dell'attore Solonicyn si trasmuta in quello di suo padre, il volto dell'ansia e di un affetto silenzioso. Gli scenari estoni del setting si riverberano nella Cheltenham dell'infanzia, in tutti i luoghi perduti della vita. Quella colonna sonora dal ritmo acido evoca i viaggi lisergici della giovinezza. I dialoghi dei personaggi esplodono le parole degli amori sprecati troppe volte troppi anni fa. Dyer subisce le immagini di Tarkovskij e poi se ne impossessa immergendole con sguardo beffardo e autoironico nel proprio vissuto. La sua scrittura divora i fotogrammi altrui e dice, in un linguaggio vergine, che cosa sono la speranza e il fallimento, l'amore e la perversione, il sogno e la caduta. Annulla il confine tra realtà e finzione, tra vita e arte. Con "Zona" Geoff Dyer scrive il libro del viaggio di tutti noi che, seduti al cinema in ultima fila, vediamo scorrere il nostro tempo che scena dopo scena si consuma.