La Tofa: una Conchiglia e la Voce della Sua Anima
Gerardo Vassallo
Galzerano Editore
Casalvelino Scalo, 2024; br., pp. 298, ill. col.
ISBN: 88-95637-65-8 - EAN13: 9788895637655
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La tofa, nel Cilento, veniva usata come strumento rivoluzionario. Nel 1848 il suono selvatico della tofa chiamava i contadini e i braccianti del Cilento alla rivolta e all'unione.
«La tofa - scriveva Leopoldo Cassese - più eloquente e più trascinatrice di un discorso, pareva evocare col suo cupo suono, sprigionantesi dal cavo sonoro e profondo, le secolari ingiustizie, i torti inenarrabili, la miseria, i dolori e le sofferenze, ed armare di rabbia i petti e scuotere le zolle fumanti. Nel silenzio delle ore antelucane, la tofa faceva sentire spesso le sue note esasperanti, che nella primitiva semplicità della modulazione parevano ora gridi di rivolta ed ora singhiozzi strazianti: gridi di tutti gli oppressi che marciavano contro gli oppressori, uniti, compatti, con la serietà solenne di un popolo che sa quello che vuole e sa perchè lotta. Le convalli cilentane trasmisero di balza in balza quel grido; e le genti adusate alla dura fatica contro le forze della natura, ed indurite da un lavoro senza gioia, lo raccolsero e scesero a valle a combattere la loro battaglia di redenzione, per conquistare il diritto alla terra».
Il sottindendente borbonico Belli non tardò a rendersi conto del valore sovversivo del suono della tofa e lo proibì punendolo con la pena di 29 giorni di carcere e con il massimo dell'ammenda di polizia!
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