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Michele Zaza.

Silvana Editoriale

A cura di Germano Celant.
Testo Inglese.
Cinisello Balsamo, 2019; cartonato, pp. 400, 200 ill. col., cm 20x24.
(Arte).

collana: Arte

ISBN: 88-366-4211-X - EAN13: 9788836642113

Soggetto: DigitalArt,Fotografia,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  inglese  

Peso: 1.69 kg


Michele Zaza (Molfetta, 1948) non si è mai definito un fotografo, pur utilizzando prevalentemente lo strumento fotografico, ma "un pensatore di immagini".
In un periodo, gli anni settanta, caratterizzato da un atteggiamento analitico della struttura del linguaggio artistico, Zaza rappresenta una delle ricerche più interessanti proprio per l'uso particolare che fa della fotografia.
Sebbene appartenga a una cultura fortemente ancorata al mondo mediterraneo - le sue origini sono del sud dell'Italia - l'artista adotta una strategia operativa in cui ogni sovraccarico emotivo o retorico viene annullato.
In nome di una rigorosa ricerca la cui base fondante è la conoscenza del discorso filosofico, le sequenze immaginarie di Zaza sono costruite adottando simboli ricorrenti: il corpo, quello di sé stesso e dei suoi genitori, la terra, le pietre, le scale, le lampadine, gli orologi e il pane. Si tratta di elementi essenziali che convogliano l'esigenza meditativa dell'artista di indagare sul senso profondo della vita, la cui unica possibilità di essere disvelato è il ricorso alle forze primarie, soprattutto quella della figura umana deprivata di ogni sovraccarico culturale.
Il viaggio compiuto da Zaza è costituito da un transito continuo che parte dalle viscere della terra per arrivare al cielo che rischiara la mente e poi di nuovo precipita nel buio della caverna. In una visione esistenziale in cui tutto è interconnesso, la sua opera, di carattere multimediale, aspira alla trascendenza del contingente in nome di un'unità superiore. L'artista imbastisce, con pochi topoi essenziali, rappresentazioni che possono essere semplici, fotografie in bianco e nero o a colori, ma diventano complesse, in ragione del loro articolarsi nel tempo e nello spazio.
Il volume, a cura di Germano Celant, è composto da un suo saggio critico, testi dell'artista e una cronologia a cura di Antonella Soldaini, attraverso cui viene ripercorsa l'attività di Michele Zaza dal 1970 fino alle sue realizzazioni più recenti.

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