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Le origini della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Una raccolta di fonti. Dalla Rifondazione all' Autonomia (1815-1907). Vol. II

Minerva Edizioni

Argelato, 2004; br., pp. 612, ill. b/n, cm 17x23,5.
(Fonti e Studi. 2).

collana: Fonti e Studi

ISBN: 88-7381-113-2 - EAN13: 9788873811138

Soggetto: Città,Collezioni,Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Emilia Romagna

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.04 kg


Si tratta del secondo volume (ma terzo in ordine di pubblicazione) di un'opera complessiva sul tema della formazione della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Esso si trova preceduto dal volume pubblicato nel 1997 che voleva testimoniare le premesse e il primo costituirsi del museo, documentando un arco cronologico che muoveva dai tempi ancora secenteschi (la sala-museo nel palazzo di città) a quelli del primo nucleo settecentesco nel cuore dell'Istituto delle Scienze (col dono di Francesco Zambeccari) e che si concludeva con gli anni delle soppressioni napoleoniche e dell'allestimento della prima pinacoteca nel complesso di Sant'Ignazio (1797-1810). Dopo l'anticipato tomo terzo (2000), che dava conto dell'acquisizione - avvenuta nel 1883 - della Galleria Zambeccari, ma anche delle vicende formative di un episodio signifi cativo di collezionismo patrizio, qui si è voluto dar seguito ad una cronaca della formazione della pinacoteca bolognese, a partire dalla restituzione operata dal Canova dei maggiori capolavori trasferiti nel 1796 a Parigi (1815), per giungere ad una data che convenzionalmente si è fi ssata al 1907 (data della nomina a Soprintendente del suo direttore Guadagnini), che vede il museo - modernamente riordinato ed autonomo - defi nitivamente affrancato dall'Accademia dentro le cui mura era cresciuto.
Parallelamente, sembrava indispensabile dar conto dell'evolversi degli istituti di tutela che col museo intrecciarono rapporti strettissimi: anche qui vedendo l'Accademia perdere dopo il museo questa sua seconda funzione. Si doveva dire, cioè, della Commissione Ausiliaria di Antichità e Belle Arti, disegnata dall'editto del 1820 per giungere infi ne alla riorganizzazione dell'amministrazione statale e quindi alle prime organiche norme di tutela: dalla lacunosa legge del 1902 a quella del 1907 - che provvide alla creazione delle moderne Soprintendenze incardinandole al museo - a quella "fondativa" del 1909.
Quanto alla struttura del volume, come per quelli precedenti ad una prima parte storico-narrativa fa seguito una silloge di documenti e di testimonianze di supporto (Fonti), in una sequenza che in qualche modo ne rispetta la successione dei capitoli, con introduzioni esplicative.

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