Le radici nascoste della costituzione. La terza via, il corporativismo e la carta del 1948
Eclettica Edizioni
Massa, 2021; br., pp. 234, cm 17x24.
(Stato e Partecipazione).
collana: Stato e Partecipazione
ISBN: 88-32165-99-6
- EAN13: 9788832165999
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.43 kg
La Costituzione italiana è stata spesso al centro di aspri dibattiti, ancor più oggi nell'epoca dell'emergenza pandemica. Molti l'hanno costantemente dipinta come la «più bella del mondo», per l'ampio spazio dato ai diritti politici e civili, altri l'hanno messa sul banco degli imputati considerandola obsoleta e incapace di garantire continuità politica e poteri adeguati ai governi. Eppure la parte più significativa risiede negli articoli che trattano di materie economiche: programmazione, ruolo economico dello Stato, riconoscimento giuridico dei sindacati, collaborazione dei lavoratori alle imprese, disciplina pubblica del credito, il Cnel, sono tutti elementi ricchi di spunti per chi volesse superare i dogmi del neoliberismo e dell'individualismo. Questo studio vuole andare alle radici di quelle impostazioni, che si collegano direttamente alle idee di «terza via» e socializzazione espresse dal fascismo, ripercorrendo minuziosamente tutto il dibattito costituente, la storia e il bagaglio culturale di tanti protagonisti. Uomini come Fanfani, Moro, Pergolesi e Mortati dovevano gran parte della loro formazione al corporativismo, teoria che tra le due guerre ambì a superare il liberismo, recitando un ruolo importante nel dibattito globale seguente alla crisi del '29 e divenendo un modello internazionale per molti paesi. Anche istituti come l'Iri, l'Agip e le strutture dello Stato sociale furono usati proficuamente nel dopoguerra dopo il ritorno del pluralismo partitico e sindacale in Italia. Infine, ampi settori dell'Msi e della Cisnal cercarono di elaborare riforme radicali della Costituzione, ma di fronte alla parte economica si affermò l'idea di promuoverne l'attuazione concreta, sulle linee di partecipazione e centralità del «lavoro» che già erano stati i capisaldi delle frange rivoluzionarie e sociali del regime.