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Freak brothers. Vol. 4: Un' odissea messicana

Factamanent

Illustrazioni di Mavrides P.
Traduzione di Mordente M.
Napoli, 2022; br., pp. 199, ill., cm 12x24.
(Fondamentali).

collana: Fondamentali

ISBN: 88-98049-98-6 - EAN13: 9788898049981

Soggetto: Fumetti

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.65 kg


«Nel 1968 Carlos Castaneda manda alle stampe il primo dei suoi libri dedicati allo sciamanesimo mesoamericano che portano alla ribalta Don Juan Matus, sciamano e uomo degli spiriti della tribù Yaqui dell'altopiano di Sonora in Messico. I libri di Castaneda ebbero un effetto deflagrante all'interno della comunità alternativa occidentale, forse paragonabile solo a quella che ebbe Sulla strada di Kerouac nel decennio precedente. Ma se quello di Kerouac era stato un viaggio alla ricerca del proprio posto in una società che stava mutando tra l'euforia post bellica, l'ottimismo verso il futuro e quella che sarebbe stata la disillusione successiva all'omicidio di JFK, quello di Castaneda era un viaggio alla ricerca di sè stesso e della vera natura del continente americano attraverso gli insegnamenti di un illuminato. Nello stesso anno i Freak Brothers fanno il loro esordio su The Rag, la prima rivista underground del Texas. Gilbert Shelton ha 28 anni ed è appena tornato a casa dopo essere stato "on the road" per alcuni anni; ha in tasca un congedo militare che lo salverà dal Vietnam e che ha ottenuto dopo aver ammesso di essere un assiduo consumatore di droghe psichedeliche (ancora legali all'epoca) e sta per trasferirsi a San Francisco. Come molti suoi coetanei legge i libri di Castaneda e ne resta affascinato; già sa del potere lisergico del peyote e delle altre erbe mediche alla base dei riti religiosi delle popolazioni indigene americane, le ha provate e per lui le "porte della percezione" sono belle che spalancate. Anche i nostri tre irsuti protagonisti le hanno provate, ovviamente, ed è proprio sulle orme di Carlos Castaneda (e per sfuggire alla padrona di casa) che si ritrovano ad affrontare la loro Odissea Messicana, ma la vena satirica e iconoclasta del loro creatore prende il sopravvento sul percorso iniziatico suggerito dallo scrittore e, nelle mani di Shelton, Don Juan diventa Don LongJuan, non solo una parodia stile Mad Magazine dello sciamano di Castaneda ma quasi un personaggio alla Carl Barks, una sorta di Zio Paperone sotto acidi, un misterioso avventuriero, uno scavezzacollo addentro ai segreti del mondo, un cacciatore di tesori in grado di cavarsela da ogni pericolo. Per i nostri eroi sarà guida e protettore e li salverà da tutte quelle innumerevoli disavventure che solo i Freak Brothers sanno crearsi ad arte. In un'intervista di alcuni anni fa Shelton ammise di aver molto amato i primi libri di Castaneda ma che la scoperta successiva che il suo apprendistato con Don Juan fosse un'invenzione dell'autore, e quindi a conti fatti una frode, furono un'enorme delusione per lui; ma in fondo il sospetto era già lì, nelle sue storie, come quando a un nativo americano basterà travestirsi da peyote mannaro, o se preferite da Mescalito armato fino ai denti, per cacciare Phineas dal suo campo. Perché alla fine da tutte le avventure dei Freak Brothers una cosa appare lampante ovvero che quei figli dei fiori, quegli hippie, quei psiconauti consapevoli e inconsapevoli, quegli ingenui fattoni che volevano cambiare il mondo e la società, fallendo una Rivoluzione, alla fin fine volevano solo disertare dalla Realtà.» (Dalla Premessa di Raffaele De Fazio)

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