Dialoghi sulla prescienza divina e la predestinazione degli eletti. Testo latino a fronte
Gioacchino da Fiore
Libreria Editrice Viella
A cura di Potestà G. L.
Roma, 2001; br., pp. 160, cm 17x24.
(Opere di Gioacchino da Fiore. Testi e Strumenti. 14).
collana: Opere di Gioacchino da Fiore. Testi e Strumenti
ISBN: 88-8334-043-4 - EAN13: 9788883340437
Periodo: 1000-1400 (XII-XIV) Medioevo,1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Testo in:
Peso: 0.3 kg
L'opera è realizzata in forma di conversazione fra l'autore e due monaci, Benedetto e Nicolò. Nei tre sermoni essi dialogano intorno ai rapporti fra grazia e libertà, discutendo del celebre passo della Lettera ai Romani (cap. 9, vv. 11-23) sull'elezione divina di Giacobbe invece di Esaù. Innovando profondamente le tradizionali linee interpretative, Gioacchino spiega che Giacobbe fu prediletto per il solo fatto che era il minore, come tale trascurato e disprezzato nella casa di suo padre. La scelta di Dio cade dunque sui più piccoli e sui più deboli, poiché sono più pronti a ricevere la sua misericordia: la loro sofferenza li dispone infatti all'umiltà, fondamento di ogni altra virtù. Per questa ragione egli preferisce infine il «peccatore penitente» al «giusto impenitente».
Al di là della sorte dei singoli, i Dialoghi delineano una concezione entro cui la dinamica umiltà-superbia, principio propulsivo e regolatore della storia, dà ragione del mutare delle condizioni e dei destini dei popoli.
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