Siete tutti invitati. Cinquanta ricette per una cucina da condividere
Arnoldo Mondadori Editore
Illustrazioni di Lepard D.
Traduzione di Restani D.
Segrate, 2020; ril., pp. 200, ill., cm 18,5x25,5.
(Varia Saggistica).
collana: Varia Saggistica
ISBN: 88-04-72162-6
- EAN13: 9788804721628
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.69 kg
Il cibo è condivisione. Noi italiani lo sappiamo meglio di chiunque altro che «mangiare è un rito fatto di convivialità, amicizia e celebrazione». Non a caso, per noi, la quintessenza dell'accoglienza è invitare qualcuno a tavola, preparargli da mangiare, gustare insieme il pasto. Con questo spirito, Giorgio Locatelli spalanca le porte della sua cucina e della sua vita e ci esorta a entrare e accomodarci. Siete tutti invitati, a sbirciare, a gustare, a cucinare qualcosa di suo. Dagli antipasti ai dolci, passando per primi e secondi, preparazioni di base, idee per i condimenti e ricette più impegnative, chef Locatelli ci porta per mano in un percorso di degustazione che ha un solo obiettivo: farci sentire a casa. Perché anche - o forse dovremmo dire soprattutto - a casa, nei nostri luoghi più semplici e quotidiani, possiamo preparare piatti degni di un grande chef e offrirli alle persone che amiamo. Se vogliamo restare sul classico possiamo cucinare un risotto alla lodigiana, se siamo in vena di sfizi possiamo provare le cape-sante all'aspretto di zafferano, se vogliamo stupire c'è la coda di rospo in salsa di noci e agrodolce di capperi, se invece vogliamo concludere la giornata con qualcosa di goloso possiamo osare con il tiramisù alla banana e gelato alla liquirizia. Ecco dunque un ventaglio di ricette che si ispirano alla tradizione rielaborandola di volta in volta, seguendo i ricordi, gli aneddoti e le scoperte di chef Locatelli. Il libro diventa allora un'occasione per ripercorrere la sua vita, dal ristorante dello zio in riva al lago a Corgeno alla rinomata Locanda di Londra. Senza mai perdere di vista alcuni capisaldi: la cura degli ingredienti, la qualità, la vocazione slow, la leggerezza. E, last but not least, la gioia di stare a tavola.