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Carlo Scarpa e L'Acqua

Cicero

Presentazione di Massimo Donà.
Venezia, 2006; br., pp. 204, ill. b/n, tavv. col., cm 27,5x27.

ISBN: 88-89632-00-3 - EAN13: 9788889632000

Soggetto: Architetti e Studi,Fotografia,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.4 kg


L'acqua è elemento essenziale nell'architettura di Carlo Scarpa. E' sempre nuova come nuovo e diverso è sempre il cielo, sorprendente, imprevedibile.
Così l'architettura, non più fissa e statica, è comandata dalla mano dell'architetto. L'acqua non è mai, in Scarpa, elemento secondario svincolato dall'architettura, ma connessione protagonista fra edificio e parti esterne: dall'acqua occorre partire per vedere l'architettura, questo è l'obiettivo del libro di Renata Giovanardi che illustra con rigorose e suggestive immagini lo svolgersi di questo pensiero architettonico e artistico di Scarpa.
Senz'acqua un progetto di Carlo Scarpa muterebbe di significato; l'acqua sgrava la superficie dal suo peso, le dona quella libertà che fa dell'architettura pittura, varietà e poesia, che non si limita a una linea di terra ma spazia fra terra e cielo.

Strade d'acqua accompagnano Scarpa in tutto il suo percorso architettonico, sono radici della sua creatività senza limiti.
Così è per la Gipsoteca di Possagno, dove una stretta vasca d'acqua in fondo alla vetrata riflette sul soffitto una luce capace di dare movimento alla staticità delle sculture; per la Villa Ottolenghi, dove una vasca d'acqua "raddoppia" la facciata, come nei palazzi veneziani; nel Negozio Olivetti, in piazza San Marco, dove l'acqua diventa base di una scultura; per Castelvecchio, a Verona, per portare acqua dentro al recinto del castello; per la Fondazione Querini Stampalia, con l'"acqua alta" che entra nell'architettura e dove il prezioso giardino rialzato definisce lo spazio per far bere gli uccelli e far vivere i pesci; per la Tomba Brion, dove il dialogo fra acqua e architettura si moltiplica all'infinito, raggiungendo linguaggi diversi, fino a quello dell'anima.

Tanti progetti, dunque, che inseguono il file rouge dell'acqua dentro l'architettura scarpiana, un "particulare" - come amava dire l'architetto - fra i tanti che formano la grandezza e l'unicità di questo straordinario maestro dell'architettura.

SOMMARIO.
1952 GIARDINO DELLE SCULTURE. Giardini della Biennale, Padiglione Italia, Venezia.
1954-56 PADIGLIONE DEL VENEZUELA. Giardini della Biennale, Venezia.
1955-57 GIPSOTECA CANOVIANA. Possagno, Treviso.
1955-61 CASA VERITTI. Udine.
1956-74 MUSEO DI CASTELVECCHIO. Verona.
1957-58 NEGOZIO OLIVETTI. Piazza San Marco, Venezia.
1961 PADIGLIONE VENETO "ITALIA 61. Esposizione Italia 61, Torino.
1961-63 FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA. Venezia.
1966-72 INGRESSO DELL'ISTITUTO UNIVERSITARIO DI ARCHITETTURA. Tolentini, Santa Croce, Venezia.
1968 MONUMENTO ALLA PARTIGIANA. Giardini di Castello, Venezia.
1969-78 TOMBA MONUMENTALE BRION. Cimitero di San Vito di Altivole, Treviso.
1974-75 CONVENTO DI SANTA CATERINA. Treviso.
1974-79 CASA OTTOLENGHI. Mure di Bardolino, Verona.
1973-81 BANCA POPOLARE DI VERONA. Sede centrale in Verona.
La Banca Popolare di Verona: le ragioni di un'assenza.
Arrigo Rudi.
OPERE E NOTE BIOGRAFICHE.

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