Donatello a Padova: l'attività nella basilica di Sant'Antonio. Le registrazioni contabili dell'Archivio dell'Arca
Associazione Centro Studi Antoniani
A cura di Elda Martellozzo Forin.
Padova, 2023; br., pp. 142, ill., 16 tavv. b/n, cm 17x24.
(Centro Studi Antoniani. 74).
collana: Centro Studi Antoniani.
ISBN: 88-95908-26-0
- EAN13: 9788895908267
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Peso: 0.36 kg
Il soggiorno di Donatello a Padova, alla metà del Quattrocento, ha lasciato nella basilica di Sant’Antonio di Padova opere di importanza primaria: il Crocifisso in bronzo, già collocato sul tramezzo che separava la navata maggio re da presbiterio e l’altare maggiore. Le opere erano state commissionate dall’Arca del Santo, l’ente composto da cittadini padovani e da frati, che amministrava le offerte dei fedeli e dei pellegrini e provvedeva alle diverse necessità della chiesa e del convento dei frati. L’altare maggiore di Donatello fu demolito intorno alla fine del Quattrocento e non abbiamo documentazioni precise sulla sua forma. Sono invece pervenute le sette statue in bronzo (la Vergine con il bambino, i Santi Antonio, Prosdocimo, Giustina, Daniele, Francesco, Ludovico), quattro rilievi in bronzo raffiguranti altrettanti miracoli di sant’Antonio, i quattro simboli degli evangelisti e uno splendido Vir dolorum, ugualmente in bronzo. Esse, insieme a una dolorosa Deposizione nel sepolcro in pietra, sono ora montate sull’attuale altare maggiore messo in opera alla fine dell’Ottocento. L’archivio dell’Arca di S. Antonio conserva i documenti contabili relativi alla costruzione dell’altare maggiore. La loro tra scrizione integrale permette ora di capire meglio come fosse organizzato il cantiere. La fusione delle sculture in bronzo fu la prima ad essere affrontata da Donatello e dai suoi aiuti fiorentini; in un secondo momento si lavorò alla costruzione dell’altare in pietra. Può essere che dapprima Donatello sia stato incaricato dell’esecuzione di una pala scolpita per l’altare maggiore già esistente; l’avanzare dei lavori rese evidente che l’innovazione rinascimentale del maestro fiorentino richiedeva nuove strutture: forse non solo l’altare ma anche lo spazio del presbiterio fu ripensato e reso più adatto ad accogliere l’opera di Donatello, anche se i lavori per la recinzione del presbiterio si protrassero fino alla fine del Quattrocento.