Carteggio Verdi-Piroli. Tomo I1859-1876. Tomo II 1877-1890
Istituto Nazionale di Studi Verdiani
A cura di G. Martini.
Parma, 2017; 2 voll., ril., pp. 1201, ill. col., cm 20x20.
ISBN: 88-85065-77-5
- EAN13: 9788885065772
Soggetto: Musica,Società e Tradizioni
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.7 kg
Fra le amicizie più salde di Giuseppe Verdi, quella con Giuseppe Piroli è caratterizzata dalla reciproca stima incondizionata e dalla comune passione per la politica, intesa come atteggiamento morale prima ancora che come gesto di civiltà. Nonostante l'esperienza parlamentare in comune sia stata brevissima, il rapporto epistolare è rimasto costante per trentun anni, sia nello scambio di pareri sullo scenario politico che Piroli osservava dall'interno delle istituzioni, sia nella necessità di confidenza e di stimolo intellettuale che ognuno, in modi differenti, esercitava sull'altro. Nel primo tomo (1859-1876) si può osservare lo sviluppo della corrispondenza dai vagiti della nuova Italia alla caduta della Destra storica, attraverso le delusioni della guerra e le fatiche dell'economia, ma anche attraverso le vicende personali di Verdi e il suo ruolo nella formazione della legge sul diritto d'autore. Gli accadimenti storici si intrecciano con la nascita dei nuovi capolavori verdiani degli anni Sessanta e Settanta, che la particolare natura di questo carteggio rivela soprattutto nel loro fondamentale risvolto all'interno della carriera, degli interessi e della vita privata di Verdi. Nel secondo tomo (1877-1890), il Verdi maturo si avvicina al rifacimento di Simon Boccanegra e alla creazione di Otello maturando al contempo una sempre maggior delusione per la politica italiana e la condotta etica dei suoi protagonisti, senza rinunciare a lamentarsene con Piroli, nominato senatore otto anni dopo la fine della propria esperienza alla Camera. È un'Italia che si affaccia al colonialismo, un'Italia di piccoli e grandi scandali politici. È un Piroli che sempre più accusa le fatiche dell'età e del lavoro, e sempre meno riesce a godere della compagnia di Verdi a Sant'Agata. Ed è un Verdi che osserva il mondo con lucidità e disillusione, con giudizi spietati e folgoranti, sempre più convinto di quei pochi riferimenti intorno ai quali ha costruito la propria dimensione privata: l'amicizia con Piroli resta uno dei più indiscutibili e incrollabili.