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La dimensione giuridica in Dante Alighieri

Mucchi

Modena, 2022; br., pp. 80.
(Piccole Conferenze. 57).

collana: Piccole Conferenze

ISBN: 88-7000-926-2 - EAN13: 9788870009262

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0 kg


Il saggio prende spunto dall'opera giovanile di Kelsen Die Staatslehre des Dante Alighieri nella quale Dante venne definito «uno studioso di diritto pubblico» e di riflesso il De Monarchia «un'opera scientifica di diritto pubblico». Una tesi apparentemente disallineata rispetto alla acquisita convinzione secondo cui non risulta che Dante si sia dedicato specificatamente a studi giuridici, ma avvalorata da tutta una serie di studi più recenti che dimostrano come nel De Monarchia sia ravvisabile l'impiego accurato della concettuologia giuridica e la conoscenza di una serie di istituti propri del diritto comune. Il saggio ha lo scopo di ripercorrere i filoni giuridici che in Dante compongono una tessitura che lega in un rapporto osmotico e dunque ordinamentale giustizia, diritto e Imperatore, nel quale quest'ultimo ha una funzione costituzionale che si invera nel "dare e dire" il diritto e con ciò assicurare la pace sociale. Nello stesso tempo, la primazia dell'Impero si salda con la (e deriva dalla) primazia della legge divina e della legge naturale. La controprova della presenza di una dimensione giuridica è data dal fatto che il messaggio di Dante trovò sviluppo nella raffinata e altissima dottrina di Bartolo da Sassoferrato: tutt'oggi, soprattutto per quanto riguarda l'idea di una universale res pubblica delle genti, costituisce motivo ispiratore sia di teorie sia di istituzioni.

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