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Il filo della voce. Indagini sul pensiero linguistico di Manzoni e sui Promessi sposi

Franco Angeli

Milano, 2020; br., pp. 164.
(Vulgare Latium. Lingua Testi Storia. 11).

collana: Vulgare latium. Lingua testi storia

ISBN: 88-917-8852-X - EAN13: 9788891788528

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.28 kg


«Una lingua è un tutto, o non è». Su questo fondamento, un aut aut ricavato dall'esperienza della storia, Alessandro Manzoni sintetizza un'idea della lingua, organismo in cui le parti si corrispondono nel tutto, sistema che garantisce all'individuo la comunicazione dei pensieri e, in scala, la partecipazione di un'intera società alla vita civile e culturale della nazione. Attento, tra i primi, alla profondità "politica" del problema, lo scrittore non smette, nel suo «eterno lavoro», di interrogarsi sui «mezzi» che permettono di porre in atto un modello reale di lingua: la soluzione non può che ritrovarsi nell'«uso vivente», nell'"accordo" che si fonda sulla progressiva rinuncia dei singoli al gergo, all'idioma particolare. Il percorso accompagna e riflette quello di una società che per gradi abbandona lo stato di natura e si compone nell'istanza sociale, condivisa. Solo in apparenza l'individuo si perde nella "notte" di un codice che sembra generale e non determinato: dentro la lingua, che è appunto «un tutto», è chiamato a ritagliare lo spazio dell'espressione, a definire il timbro della voce. Ne sono prova tangibile i personaggi dei Promessi sposi, quella varietà morale e psicologica che, messa alla prova dagli eventi, lungo le strade provvidenziali, prende forma nello specifico e non confondibile linguaggio di ciascuno.

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