D'Annunzio e l'arte del profumo
Silvana Editoriale
A cura di Goretti P.
Illustrazioni di Beck Peccoz M.
Cinisello Balsamo, 2018; br., pp. 150, ill., cm 23,5x28,5.
(Arte).
collana: Arte
ISBN: 88-366-3968-2
- EAN13: 9788836639687
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.85 kg
Paroliere, filologo, artiere, fabbro, condottiero, politico, teatrante, gioielliere, giocoliere, auronauta, eternauta, arringatore, erotomane, miliziano, dandy, avventuriero, monaco, araldo, veggente, profeta, poeta. Profumiere, naturalmente. O meglio, aromatiere. Odorarius magister. Così il Vate è chiamato dal dottor cavalier Mario Ferrari della Farmacia Internazionale di Gardone Riviera, in una lettera del 4 marzo 1925 che ne magnifica la potente disposizione olfattiva, sguazzante di ebbrietà; visto che tutto - ma proprio tutto - era indispensabile al vivere inimitabile del suo mitridatico corpo. In omaggio all'Imaginifico, ecco dunque l'Odorarius Mirabilis. Tra visibile e invisibile, sacro e profano. Una sorta di sancta sanctorum in cui si profila la sintesi del gesto e del genio: estetico, collezionistico, letterario, erotico, sentimentale, liturgico. L'archivio degli odori discende da tutti gli snodi - carnali o trascendenti - in cui i profumi sprigionano la loro estatica malìa. Come fossero musica. Profluvi di rose inebrianti, gigli soprannaturali, giunchiglie innamorate, gardenie incandescenti, tuberose desiderabili. Odori d'ambra, di muschio e di rugiada; di sacrestia, cuoio, anticaglie. Remoti come liquori di cent'anni o freschi come perle fiumane. Per d'Annunzio il profumo è tutto e tutto è nel profumo. Percorso scenografico di Pier Luigi Pizzi.