Liminal Fiorucci. Dieci anni di moda e arte a Milano
Gronchi Gianmarco
Postmediabooks
Milano, 2024; br., pp. 272, ill. col., cm 17x24.
ISBN: 88-7490-406-1 - EAN13: 9788874904068
Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Design,Saggi (Arte o Architettura)
Luoghi: Lombardia,Milano
Testo in:
Peso: 0 kg
_ Vivienne Westwood
Ogni volta che proviamo a fare qualcosa di nuovo, ci sembra di comportarci come Fiorucci.
_ Marc Jacobs
La prima volta che sono venuto a Milano, prima di andare a vedere musei e monumenti, mi sono recato da Fiorucci. Perché era la cosa più importante da scoprire in quella città.
_ Jean Paul Gaultier
A partire da tre casi di studio - grafica, performance e momenti di cultura milanese - si ripercorre il decennio chiave dell'epopea creativa e imprenditoriale di Elio Fiorucci. Nato come lavoro di ricerca universitario e poi ulteriormente ampliato e approfondito in vista di questa pubblicazione, nel libro l'autore ci conduce nelle zone liminali della Milano degli anni Settanta e Ottanta, in cui la moda si ibrida con altre discipline artistiche. Si individuano così momenti ed esperienze fino ad oggi rimasti inediti, ma importanti per capire la temperie culturale della scena milanese di quei decenni, proprio negli anni in cui la moda italiana si va affermando a livello internazionale. È possibile così riscoprire l'attitudine interdisciplinare che lega Fiorucci a molti personaggi di rilievo del tempo - tra cui Alessandro Mendini, Keith Haring, Demetrio Stratos - e che contribuisce a creare un inedito humus culturale. Nel momento in cui Fiorucci rivoluziona la comunicazione visuale attraverso la sua grafica e apre le porte dei suoi negozi alle performance artistiche, c'è però spazio anche per le collaborazioni con la Triennale di Milano e per l'ideazione di una Scuola di Moda. In un continuo oscillare tra arte d'avanguardia e cultura pop, l'autore cerca di ricostruire un profilo critico di Fiorucci e del suo brand di moda, ricontestualizzandolo all'interno del coevo panorama artistico. Gli oggetti liminali di Fiorucci diventano così la cartina tornasole per chiarire alcuni aspetti essenziali per una disamina storica e culturale del sistema moda italiano a cavallo di quei decenni.
In questa storia c'è lo storico, ma anche l'archeologo e il filologo. C'è l'avanguardia artistica e la controcultura, c'è la "dimensione interdisciplinare in cui la moda è concepita come costante dialogo con le altre discipline artistiche", c'è la presa di possesso dei luoghi non canonici dell'arte, e un gentile attacco alla cultura italiana ufficiale. Infine, c'è la consapevolezza che oggi esiste la "giusta profondità storica per poter meglio guardare a quel periodo".
_ Chiara Costa
Questo non è un libro sul marchio Fiorucci, né una biografia del suo visionario fondatore. È piuttosto l'affresco documentatissimo di un momento storico e culturale che nelle invenzioni di Elio Fiorucci (1935-2015) ha trovato una delle sue più festose rappresentazioni. Si racconta perciò della Milano degli anni Settanta e Ottanta, che non è solo quella del terrorismo prima e «da bere» poi, ma è la metropoli internazionale dove s'inizia a respirare globalizzazione, dove la moda si ibrida con arte e musica e dove la grafica può trasformarsi in «quell'oggetto strano in cui l'avanguardia artistica diventa pop». Qui, in Galleria Passarella, si colloca il concept store Fiorucci con le pareti dipinte da Keith Haring, ma anche l'altro spazio di via Torino che ospita installazioni di videoarte e performance e, sopra al negozio, un ristorante. Gianmarco Gronchi, che ha studiato a fondo il caso, lo presenta «ricontestualizzato in un'ottica espansa».
_ Cara Ronza, Arte, settembre 2024
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