Walter Benjamin. Tempo, ripetizione, equivocità
Gruppo Ugo Mursia Editore
Milano, 2016; br., pp. 250.
(Storia e Civiltà).
collana: Storia e Civiltà
ISBN: 88-425-5532-0
- EAN13: 9788842555322
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1.2 kg
La nozione di un Essere equivoco fu suggerita a Benjamin da un profondo pessimismo storico. La storia è infatti, per Benjamin, caduta, mito. Benjamin, nondimeno, anziché rinserrarsi nel proprio pessimismo, intese abbracciare l'epoca e il tempo. Qui nascono le incomprensioni dei suoi amici e interpreti, i quali, avvertendo in lui un'infelicità ad essi consueta, credettero di potersi aspettare da lui la loro stessa impazienza del mondo. Benjamin sembrava invece voler traslocare dal mondo del mito raccogliendone ancora qualche ultimo pezzo, come se non volesse dimenticare nulla e non lasciare nulla indietro. Il concetto di ripetizione tiene insieme entrambe le cose: la condanna e l'assoluzione di un moderno infernale. Il tempo-ora escatologico ridice, attualizzandola, l'intera vicenda storica, e si costituisce pertanto come la ripetizione di essa. L'Essere contrae un nesso di somiglianza equivoca con il mondo, per quanto miticamente connotato questo possa essere. E proprio in ciò consiste l'autentica novità: che il passato torna a ripetersi. Il passato sopravvive nel futuro, conservandosi in esso e in esso attingendo però una superiore forma di vita (Über-leben), dove la miticità del mito resti esclusa per sempre e dove il contenuto del mito possa invece integrarsi nell'originaria costituzione di Senso. Questo nucleo teoretico si è riversato nel linguaggio di Benjamin, nel quale ogni categoria presenta sempre un referente salvifico - rivoluzionario ed utopico - e uno mitico.