Palladio architettura e impresa nella Vicenza del Rinascimento
Marsilio
Venezia, 2022; br., pp. 128, ill., cm 12x24.
EAN13: 9791254631058
Soggetto: Urbanistica e Viabilità
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Palladio voleva davvero "cambiare" il mondo nel modo in cui avrebbe voluto farlo un sanculotto francese o un bolscevico russo? Certamente no, ma quello che viene sviluppato in modo originale in queste pagine, è dimostrare come Palladio innanzitutto aveva, nel suo lavoro, un orizzonte di trasformazione radicale attraverso quella che definisce una "usanza nova". Egli stesso scrive, parlando dei propri committenti: «appresso coloro, che [...] conoscono quanto sia difficil cosa lo introdurre una usanza nuova, massimamente di fabricare, [...] io sarò tenuto molto aventurato, havendo ritrovato gentil'huomini di così nobile, e generoso animo, et eccellente giudicio, c'habbiano creduto alle mie ragioni, e si siano partiti da quella invecchiata usanza di fabricare senza gratia, e senza bellezza alcuna». Tale visione di trasformazione non fu un afflato utopico o letterario, ma una pratica concreta che punteggiò la carriera di Palladio, legata alla specificità della sua terra natia: la Repubblica di Venezia. Palladio ha fatto parte per tutta la vita di quelli che Howard Burns in una conferenza ha felicemente definito kitchen cabinets: vale a dire gruppi interclassisti e informali composti da tecnici (ingegneri idraulici, militari, architetti...) che lavorano insieme a un disegno collettivo accanto a politici in carica. Di questo ci sono abbondanti tracce e questo volume ne traccia un inedito resoconto: naturalmente non i verbali delle riunioni, ma una serie di indizi e riferimenti incrociati in documenti notarili, dedicatorie di libri e altri contesti, anche al di fuori dell'architettura.