Le civiltà del disagio. Dispacci da Lahore, New York e Londra
Giulio Einaudi Editore
Traduzione di Gobetti N.
Torino, 2016; br., pp. 200.
ISBN: 88-06-22510-3
- EAN13: 9788806225100
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Peso: 0.96 kg
"Se la globalizzazione ha da prometterci qualcosa, qualcosa che possa spingerci ad accogliere a braccia aperte il caos che ne deriva, allora quel che ha da prometterci è questo: saremo più liberi di inventare noi stessi". Con tale dichiarazione di intenti si apre questa raccolta di articoli e brevi saggi di uno dei più provocatori e stimolanti narratori del nostro tempo. Ma nel mondo globalizzato abbiamo davvero la libertà di inventare noi stessi? Tutto sembra indicare il contrario, perché ogni pretesto è buono per imprigionarci in quelle "illusioni dilaganti, pericolose e potenti" che portano il nome di civiltà. Hamid lo chiama il giogo del depistaggio: "Ci viene detto di dimenticare le fonti del nostro disagio perché c'è in gioco qualcosa di più importante: il destino della nostra civiltà". E così finisce per sembrarci inevitabile che provare inutilmente a respingere l'immigrazione e a sigillare le frontiere sia più importante che porre rimedio al disordine economico e alle crescenti disparità sociali. Muovendosi fra i ricordi personali e la riflessione politica, fra la letteratura e la cronaca, Hamid guarda al mondo che ci circonda con gli occhi di uno scrittore cresciuto fra il Pakistan e gli Stati Uniti, vissuto a Londra e tornato di recente ad abitare a Lahore. E leggendolo noi scopriamo che forse è possibile liberarsi dal giogo del depistaggio, e "mettersi insieme per inventare un mondo post-civiltà, e quindi infinitamente più civile".