L'uomo che voleva essere colpevole
Iperborea
Traduzione di Cambieri A.
Milano, 2017; br., pp. 176, cm 10x20.
(Luci. 6).
collana: Luci
ISBN: 88-7091-226-4
- EAN13: 9788870912265
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.15 kg
Copenaghen, una sera qualunque, un appartamento come tanti: un uomo, dopo una lite violenta, uccide sua moglie. Una storia come tante. Ma l'azione si svolge in un prossimo futuro e in una società che molto somiglia all'ideale modello della socialdemocrazia scandinava, deformata quel che basta a renderla più universale. Lo Stato che si prende cura del bene comune «dalla culla alla tomba» si è trasformato in una gabbia di conformismo, regno del consenso e dell'eufemismo, in cui tutto è pianificato e obbligatorio, compresa la felicità. E poiché l'omicidio non è altro che insufficiente adattamento sociale, Torben, l'assassino, viene sottoposto a cure psichiatriche e rimesso in libertà. Ma contro le regole di un sistema che nega la responsabilità individuale, Torben si ostina a voler essere giudicato e punito per quel che ha fatto. "L'uomo che voleva essere colpevole" è la storia di un processo kafkiano alla rovescia: l'inutile e sempre più assurdo tentativo del protagonista di dimostrare la propria colpa, l'angosciante senso di isolamento, la spirale di dubbi, lo sfaldarsi dell'identità e della realtà stessa diventano sinonimi della condizione umana in un mondo che rifiuta la dimensione etica e si illude di delegare alla scienza la soluzione dei problemi morali. Solitari destinati a perdere nella lotta impari contro il proprio tempo, i personaggi di Stangerup, figli di Kierkegaard, preferiscono sempre e comunque prendere il rischio della loro verità e provare a essere «Quel singolo» che il filosofo danese voleva scrivere sulla sua tomba.