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Nomadi. Dal pozzo di Ounnur alla guelta d'Archei

Silvia Editrice

Cologno Monzese, 2005; br., pp. 48, ill.

ISBN: 88-88250-37-9 - EAN13: 9788888250373

Soggetto: Cultura del Viaggio,Società e Tradizioni

Periodo: Tutti i Periodo

Luoghi: Europa

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.23 kg


Questo, a differenza degli altri, non pare presentarsi come un abituale carnet de voyage. Nel quale testi e immagini si avvicendano seguendo un ordine cronologico. Però, in un certo senso, questo è un vero diario. Un quaderno di riflessioni. Annotate sul posto assieme ad appunti visivi poco rifiniti ma abbastanza evocativi di colori e paesaggi. Piccoli acquerelli che riprodotti in bianchenero non molto racconterebbero se non le loro macchie.
Le riflessioni, o constatazioni, o proteste, seppur troppo velate, sono affidate alla voce dei nomadi. Personaggi incontrati lungo il percorso Presenze tangibili. Anche quando non sai ricordare se e quando li hai realmente incontrati. Perché il deserto, mondo dell'essenziale, ti concede tra i suoi spazi anche quello dell'immaginazione.
Ma veniamo al viaggio, una specie di spedizione in qualche modo accreditata dal governo locale. Seguendo un itinerario non usuale. Una traversata del Tchad in senso orizzontale, durata più o meno venti giorni. Irripetibile oramai. Per i tanti problemi che da anni hanno isolato il Tibesti. Traversata non più riprogrammabile. Purtroppo. Perché ne varrebbe la pena. Anche se il lato più egoista del tuo ego vorrebbe farti scrivere "per fortuna". Per quanto sei riuscito a possedere quella volta. Che nessuno andrà a contaminare con le sue lavette.
Pure se lo spazio è talmente grande che faticheresti a trovare le orme indelebili delle vostre Toyota. Non cancellabili come certi ricordi che stanno venendo a galla mentre scrivo questa nota. Punte affioranti che sottintendono iceberg. Quanto grandi non saprei.
Dovrò andarmi a cercare il diario di allora. Di quando non ero ancora diventato editore di me stesso. Uno di quei grossi fascicoli dentro i quali mettevo scritti, disegni, cartine e documenti. Tutto ciò che valeva la pena di ricordare. O, meglio, di dimenticare in fondo ad uno stipo, sotto la libreria. Nel brogliaccio tutte le registrazioni attendibili, a cominciare dal volo N'jamena-Faya Largeau su un incredibile Antonov. Già in forza alle truppe paracadutate dell'ex U.R.S.S., in evidente stato di disarmo.
Ma noi chi eravamo? Agostino, Emanuela, Popa, Marisetta. D'accordo. Quanti della famiglia Ravà? Tommaso, detto Macho, ancora ragazzino con le cassette dei Queens? O forse Radio Gaga fu la colonna sonora del grande Tibesti. Rocco con morosa facciasmorta. Marina e Ceci. Tre amici dei La Torre affetti da fotorrea. Di sicuro Chiara senza Maurizio. Sandro Carones con il figlio Francesco. Una che definiva troppe accettazioni come atto simbolico. Si raccomandano le o chiuse. Infine un medico francese, attivo in colonia, con bella moglie tuaregh e tre figli meticci. Pronto a Faya con la sua abachee. Ecco come un viaggio per otto amici si trasforma in una specie di gita scolastica. Direzione ovest, nord-ovest.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci