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La Certosa di Ferrara. Una città nella città. La configurazione dello spazio tra disegno e progetto

BUP - Bononia University Press

Bologna, 2016; br., pp. 246, ill. col., cm 24x30.

ISBN: 86-923162-9-6 - EAN13: 9788692316296

Soggetto: Architettura e Arte Religiosa

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.42 kg


Il volume offre la preziosa pubblicazione del rilievo architettonico della Certosa di Ferrara, preceduto da cinque saggi dedicati a temi diversi ad essa connessi, testimonianze della molteplicità di ricerche e di letture che è in grado di promuovere. La sorte le ha dato due vite: la prima, come monastero della comunità dei Certosini di Ferrara, la seconda, come grande camposanto urbano. Il complesso monastico, improntato al rigore della regola certosina, era caratterizzato dalle abitazioni individuali dei monaci intorno ad un vasto cortile, a fianco di una chiesa inizialmente riservata alla clausura, poi riedificata in una grande chiesa rinascimentale aperta alla comunità cittadina. Posta fine al ruolo di sede monastica, il cimitero, voluto in partenza in ossequio ai principi d'igiene illuministi, venne realizzato poi, dalla metà dell'ottocento, secondo lo spirito di un fermo rispetto del carattere originario del monumento, come simbolo del sentimento della storia della città e del suo nobile passato. Il camposanto ha raddoppiato la Certosa, spingendo la sua realizzazione oltre il secolo di durata, entrando nella contemporaneità, conservando lui, città dei morti, una sorprendente vitalità. I cinque saggi seguono un ordine storico che accompagna le vicende salienti del complesso: lo studio di Manuela Incerti è rivolto alla partenza, e al particolare clima culturale della città degli Este nel momento in cui fu decisa la erezione di una Certosa, all'apertura del Concilio di Ferrara, nel 1438. Un monaco certosino aprì il Concilio, alla presenza nella città delle intelligenze più vivaci d'Occidente e d'Oriente, che l'anno successivo passarono a Firenze per dare allo stesso Concilio la sua conclusione. Borso d'Este, divenuto Signore di Ferrara nel 1450, si dedica, tra l'altro, alla costruzione della Certosa e nel 1461 la comunità dei monaci ne prende possesso. La consistenza originaria del monastero è descritta dalla cartografia storica dei secoli XVII e XVIII e XIX, che documenta un organismo a scala urbana non molto difforme da quello realizzato all'origine, tranne che per la chiesa, di dimensioni modeste quella di Borso, di cui non molto sappiamo, grandiosa quella realizzata successivamente, opera dell'architetto Biagio Rossetti.

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