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I cammini dell'angelo nella Daunia tardoantica e medievale

Edipuglia

Santo Spirito, 2009; ril., pp. 180, ill. b/n, cm 17x24.
(Biblioteca Michaelica. 4).

collana: Biblioteca Michaelica

ISBN: 88-7228-557-7 - EAN13: 9788872285572

Soggetto: Saggi Storici

Periodo: 1000-1400 (XII-XIV) Medioevo,1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Puglia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.7 kg



Difficilmente si può trovare un testo più adatto a illustrare le ragioni e gli intenti della collana "Bibliotheca Michaelica": per la centralità del pellegrinaggio micaelico ma anche per l'allargamento dello sguardo a tutti i problemi viari e alle connessioni con altri itinerari; per i puntuali e meticolosi accertamenti originali ma anche per un aggiornamento sul dibattito storiografico che certamente sottrae l 'opera alla dimensione dell'erudizione locale.
Renzo Infante, con la sua bella ricerca sulla Daunia, ci dimostra una certa polivalenza della definizione via Francigena, ma ci dimostra anche come l'importanza di questa strada medievale - non importa se di volta in volta precisabile in un itinerario circoscritto o identificabile con un ' "area" stradale - inducesse ad applicarne la definizione alle viae publicae per eccellenza, cioè alle strade di tradizione romana. Ciò anche se l'Autore non manca di illustrare l'arricchimento degli itinerari (tipicamente medievale) con la rete di strade interne, e non manca di informare sulle varianti: frutto, talora, di ricerca di migliore percorribilità in tempi diversi e successivi, ma spesso anche riconducibili a una sincronia d'uso rispondente a esigenze diverse.
Certo, quando c'è la consueta concorrenza fra itinerari, le fondazioni religiose - soprattutto quando hanno acquisito lo status di mete prestigiose come Monte Sant'Angelo - contribuiscono a segnare la prevalenza di una direttrice principale. Inoltre il pellegrinaggio è un forte elemento di permanenza e di lunga durata nel mutevole panorama della storia: è un uso religioso e sociale "di tradizione", in quanto tale con fortissimi elementi di riproduzione e di ripetitività (anche rituale), quindi contribuisce a far durare molto nel tempo l'uso di una strada. Percorsi opzionali divenivano più fissi via via che si arricchiva l'offerta di strutture di accoglienza, non importa se per pellegrini o per altri viaggiatori. Ospizi, xenodochi o generiche domus religiose costituivano tappe obbligate quando erano a lunga distanza gli uni dagli altri (con conseguente maggiore scelta di percorso fra una tappa e l 'altra), ma disegnavano una linea più stabilmente incisa sul territorio quando le loro presenze si infittivano: il viaggiatore aveva, sì, maggiore scelta nel progettare il momento della sosta, ma tendeva a progettare il viaggio tenendo conto di quale area di strada si preannunciasse come meglio attrezzata. Anche su questo una ricerca ben documentata induce a evitare risposte semplicistiche. Infante dimostra che stazioni e mansioni cambiavano nel tempo, costituendo dunque, per lo storico, spie di mutamenti economici, demografici, insediativi.
L'indagine entra nel vivo, pur dopo i necessari inquadramenti, dal secolo V e dalla nascita delle chiese micaeliche di Larino e di Potenza, e dà il giusto rilievo al primo pellegrinaggio documentato della giovane Artellaide durante la guerra greco-gotica. Credo che, secondo le tendenze interpretative più recenti, il culto dell'arcangelo Michele da parte dei Longobardi possa al più essere interpretato come una sorta di 'sintonia' fra la loro sensibilità religioso-militare e le affermate pratiche di culti precedenti. Perciò qui l'Autore può individuare nell'interesse longobardo un fattore di stabilizzazione e di intensificazione del culto micaelico, oltreché di fortuna delle chiese dedicate all'arcangelo. Più tardi il pellegrinaggio innescato da Monte Sant'Angelo fu di stimolo ad altre fondazioni destinate a un grande futuro: l'abbazia di Mont-Saint-Michel in Normandia all'inizio del secolo VIII e l'abbazia di San Michele della Chiusa, nel tratto alpino della via Francigena, alla fine del secolo X. La Daunia si presta a cogliere diverse accezioni, generali o specifiche, delle vie definite Francigena, Francisca, Francesca: con riferimento a una grande strada internazionale oppure a sopravvivenze locali e limitate (soprattutto il pi ù recente Francesca) di una via tradizionale. E sembra sia proprio per la volontà di indicare un più specifico segmento, senza svincolarlo dalla memoria e dalla pratica del pellegrinaggio, che la toponomastica registra a un certo punto la definizione via sacra Langobardorum. La terminologia francigena entrò in crisi nel secolo XV, per poi sparire dalla documentazione: secondo l'Autore ciò fu dovuto alla flessione dei pellegrinaggi in Terra Santa, causata dalla sopravvenuta eccessiva pericolosità dei viaggi nel Mediterraneo orientale. Del resto è un aspetto prezioso di quest'opera la capacità di cogliere, dall'angolazione della Daunia, l'intreccio fra pellegrinaggi diversi: micaelico, romeo e di Terra Santa. Perché Monte Sant'Angelo poteva essere meta finale, prolungamento dopo una sosta votiva a Roma o prestigiosa tappa intermedia. Senza trascurare l 'importanza dei viaggi di ritorno, troppo spesso dimenticati: l'analisi di un graffito di nave nel complesso di Ognissanti serve - con l'acume delle ipotesi tra cui c'è quella di un voto per il raggiungimento della costa - a ricordarcelo.
Nella parte dedicata a "Scannamogliere", la scala santa micaelica, la scelta metodologica è particolarmente ricercata: le fonti sono illustrate regressivamente, a partire dalle pi ù recenti per procedere verso le più antiche attestazioni. Lo scopo è evidente: usare gli anni più ricchi di informazioni per essere messi in grado di formulare domande più mirate alla documentazione antica, sporadica e di per sé reticente. A questo punto il lettore non si aspetti pagine dense solo di impegno filologico e di complessità interpretative: perché Infante riesce a dare molta vivacità alla narrazione dei viaggi di pellegrini e viandanti. L'assenza di ripetitività, in questa parte, è garantita proprio dalla ricchezza dei casi presentati, numerosi e anche molto vari nei testi che ci hanno tramandati. Non entriamo in rapporto solo con i viaggiatori più famosi, come il colto abate del secolo XII Nikulas di Munkathvera, ma anche, per rimanere nel medesimo secolo, con una figura come quella di Beniamino Ben Yonah, un ebreo che dalla Navarra si recò a Gerusalemme spingendosi poi fino in Persia. E l'Autore ne analizza le presenze anche se Beniamino non fornisce notizie sulle "pur fiorenti e numerose comunità ebraiche della Daunia": perché lo fa per altre zone della Puglia. E attraverso un più ambizioso sguardo regionale Infante dimostra di voler dare un contributo a una bella e utile storia senza confini.

Indice

Premessa di Giuseppe Sergi

Prefazione

Prima parte: PELLEGRINI E VIAGGIATORI NELLA DAUNIA TARDOANTICA E MEDIEVALE

Viabilità in età antica e tardoantica Via Appia-Traiana Via Litoranea Via (Beneventum) Aecas-Sipontum Il santuario micaelico Viabilità in età medievale e pellegrinaggio micaelico Via Francigena o Francesca Itinerario principale della via Francigena (o strata peregrinorum) Itinerario montano della via Francigena/Francisca Itinerario Troia-Foggia-Salpi Conclusione

Seconda parte: ITINERARI STORICI

Itinerarium burdigalense (333-334) Itinerario dei luoghi santi di Bernardo il saggio (867-870) L'itinerario di pellegrinaggio ai luoghi santi di Nikulas di Munkathvera, abate islandese (1151-1154) Sefer Massa'Ot - Libro dei viaggi di Beniamino ben Yonah di Tudela (1159-1167) Il viaggio da Corfù alla Francia di Filippo Augusto (1191) Itinerario di un pellegrino inglese in Terra Santa e ad altri luoghi santi (1344-1345) Mariano di Nanni da Siena, viaggio in Terra Santa (1431) Gilles Le Bouvier, dit Berry (1440-1448) Itinerarium de Brugis (metà XV sec.) Viaggio di Gaugello Gaugelli di Pergola (Urbino) (1463) Itinerario di Anselmo e Giovanni Adorno in Terra Santa (1470-1471) Serafino Razzi, viaggio a Santo Angelo nel Monte Gargano (1576)

Terza parte: SCANNAMOGLIERE. LA SCALA SANTA MICAELICA E IL COMPLESSO DI OGNISSANTI

Testimonianze letterarie Documentazione monumentale La chiesa rupestre di Ognissanti La nave di Ognissanti La chiesa rupestre di Santa Lucia Nota conclusiva

Bibliografia generale

Abstract

Indici Nomi e cose notevoli Luoghi Autori moderni

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