Nel profondo del paesaggio. Percorsi nella narrativa emiliana contemporanea
Franco Angeli
Milano, 2018; br., pp. 208.
(Metodi e prospettive. Studi di linguistica, filologia, letteratura. 26).
(Metodi e prospettive. Studi di linguistica, filologia, letteratura. 26).
collana: Metodi e prospettive. Studi di linguistica, filologia, letteratura
ISBN: 88-917-7049-3
- EAN13: 9788891770493
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Emilia Romagna
Testo in:
Peso: 1 kg
«Sentire il luogo - ha scritto Ezio Raimondi - diviene un principio costitutivo della parola e della sua energia lirica». Da tale rapporto fondativo, nel legame osmotico fra sguardo e paesaggio, originano le ricerche pubblicate in questo volume, nelle quali si è adottata, al contempo, la categoria della "profondità", che sottrae il landscape a fondale decorativo e il regard a occhiata fugace. Nelle pagine più alte degli scrittori emiliani, infatti, l'etica della contemplazione è avvitata nel profondo del paesaggio e non cede al fascino estetizzante, ma si connota di inquieta problematicità e di urgenza conoscitiva. Al di fuori dalle ipoteche di una presunta emilianità, il lavoro ha inteso valorizzare la specificità delle voci autoriali, tuttavia, durante le ricerche, è emersa presto una tensione qui indicata con la formula di Entanglement, sistema denso di rifrazioni tanto radicate da trascendere il principio di intertestualità. Ovvero, narrando dei loro luoghi di affezione, gli scrittori si "scambiano", da sempre, i paesaggi, creando così un reticolo complesso di interconnessioni. Lo studio ha la struttura di un trittico paesaggistico, incentrato sulla Via Emilia, sulla magia del grande fiume Po e sul crinale dolce e impervio dell'Appennino. Ogni intermezzo si conclude con il wordscape di autori ancorati ai luoghi di elezione: così è per la Modena di Antonio Delfini, acquattata sulla via consolare, per la ontologia fluviale di Gianni Celati e per le forre e i calanchi appenninici di Guido Cavani. In Appendice, il volume è corredato di una serie di colloqui che costituiscono un apparato nient'affatto marginale del lavoro, giacché il generoso apporto di scrittori, artisti e studiosi ha contribuito a consolidare alcuni assunti, e a dischiudere nuovi orizzonti di ricerca.