L'ultimo Rimbaud. Lettera dall'Abissinia
Sellerio
Palermo, 2008; br., pp. 160.
(Il divano. 264).
collana: Il divano
ISBN: 88-389-2340-X
- EAN13: 9788838923401
Testo in:
Peso: 0.77 kg
Poeta maledetto per antonomasia, enfant prodige della poesia, Rimbaud ha esercitato sui suoi contemporanei quello stesso fascino al quale oggi nessun lettore di poesia riesce a sottrarsi. Una vita tumultuosa quella di Rimbaud, segnata dall'irrequietezza, dalla droga, dall'amore omosessuale. Poi a 24 anni l'abbandono del mondo letterario e della Francia per vivere l'avventura come soluzione contro la noia; il vagabondaggio attraverso paesi africani per approdare alla fine in Abissinia dove vive commerciando caffè. Una lunga deriva personale che finirà col perderlo. Cosa sappiamo del Rimbaud africano? Che si annoiava a morte ma che adorava il clima, "tutto quello che c'è di buono in questo paese è che non fa freddo quasi mai. E se non si rischia di diventare milionari - se non di pidocchi! - non si possono abbandonare gli affari avviati". Poi la malattia, l'aggravarsi del male al ginocchio, la decisione di ritornare in patria, a Marsiglia, dove Rimbaud subirà l'amputazione della gamba che non lo salverà dalla morte a soli 37 anni. Negli anni africani Rimbaud intrattenne con i familiari una corrispondenza regolare, soprattutto con la sorella Isabelle, autrice anche di un diario degli ultimi giorni di Arthur che qui si presenta insieme alle Lettere tra i due: aggrappato alla vita, non sopporta i dottori. Isabelle, al suo fianco, annota ogni gesto, ogni parola: "lo trattano come un condannato a morte al quale non si rifiuta niente". "