Milazzo 1943. Casematte, campi volo e cronache dal fronte
A cura di Mollura D.
Milazzo, 2023; ril., pp. 168, cm 22x22.
EAN13: 9791280566300
Soggetto: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,Saggi Storici
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Sicilia
Testo in:
Peso: 0.49 kg
«Si presentano come cilindri di calcestruzzo sormontati da una cupola. Più o meno grandi, ma tutti molto presenti e determinanti nel paesaggio. Molti tra il terrapieno di ponente e la spiaggia, altri arretrati e magari in alto sul costone roccioso, altri dentro il centro urbano, o sui moli del porto, o dentro la zona industriale. Testimoni di guerra, ieri, costruiti nell'inverno 1942/1943, per proteggere il porto, l' idroscalo, la ferrovia e resistere ad eventuali sbarchi degli Alleati. Sembra non abbiano sparato un colpo perché lo sbarco avvenne molto lontano dalle nostre coste. Testimoni di memoria, oggi, che ci ricordano gli anni terribili della guerra, quando la nostra Città fu pesantemente bombardata, pochi edifici restarono in piedi e, come in ogni occasione, la popolazione del centro si spostava al Capo e quella della Piana sulle colline per salvare la pelle: era il 1943, quando la guerra passò da noi, 80 anni fa esatti. Possono, devono diventare ammonitori SEMI DI PACE ricordandoci l'art.11 della nostra bella Costituzione: "L' Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", tanto valido oggi che nel mondo sono in corso oltre 50 conflitti locali o tra nazioni. Impossibile per chiunque non aver visto queste strutture almeno una volta lungo le coste della nostra penisola. Ci domandiamo se hanno suscitato curiosità o interesse, se sono state oggetto di uno sguardo attento e stimolato oppure uno sguardo distratto e indifferente. Proprio dalla curiosità è nata due anni fa la nostra avventura. Abbiamo iniziato con il censirle e ne abbiamo riscontrate 27 ancora visibili, quasi tutte emerse su terrapieni costieri, una all'interno nella Piana, altre scavate nella roccia. Tante non ci sono più....» (Guglielmo Maneri)