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Amori venali. La prostituzione nell'Europa medievale

Gius. Laterza & Figli

Traduzione di Donadoni P.
Bari, 2019; br., pp. XXVII-361, cm 24x12.
(Economica Laterza. 891).

collana: Economica Laterza.

ISBN: 88-581-3545-8 - EAN13: 9788858135457

Soggetto: Saggi Storici

Periodo: 1000-1400 (XII-XIV) Medioevo

Luoghi: Europa

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.65 kg


Fino al XVI secolo il mondo degli amori venali è onnipresente e tollerato. Gli uomini di governo e di Chiesa considerano la prostituzione inestirpabile e naturale, una forma di risposta spontanea alla miseria dei tempi e l'arma più efficace di lotta contro il caos. La Chiesa gregoriana, pur instauratrice di un ordine coniugale rigoroso, accetta la concupiscenza maschile e ammette donne votate al peccato. La giustificazione è quella del male minore: minore rispetto alla violenza, allo stupro, all'adulterio, all'incesto. L'elemento monetario aggiunge paradossalmente all'insieme un elemento positivo; il denaro, questo nemico di Dio, è l'amico della donna venale: giustifica e legittima la sua pratica e fa di lei una lavoratrice che riceve il prezzo della sua fatica. Rese socialmente visibili, le prostitute pubbliche si ritengono in grado, in Alta Germania come in Linguadoca, di far fronte agli abusi e di reclamare i propri diritti. Ma il tempo di promozione del corpo finisce bruscamente a metà del XVI secolo quando il clero della Controriforma decide di porre fine alla tolleranza. Da allora viene attuata una strategia repressiva fatta di incarceramenti, punizioni ed esclusioni.

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