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Ciwara. Chimères africaines

Five Continents Editions

Testo Francese.
Milano, 2007; br., pp. 96, ill.

ISBN: 88-7439-318-0 - EAN13: 9788874393183

Soggetto: Saggi (Arte o Architettura),Scultura

Periodo: Nessun Periodo

Luoghi: Extra Europa

Extra: Arte Africana & Oceanica

Testo in: testo in  francese  

Peso: 0.46 kg


Il volume raccoglie la testimonianza della prima esposizione legata alle collezioni africane del Musée du quai Branly dedicata alle maschere-antilopi Ciwara, creazioni che hanno conferito celebrità mondiale all'arte Bamana del Mali. Questi famosi copricapimaschere, così diversi gli uni dagli altri, in legno scolpito, inciso e patinato, raffigurano l'antilope in modo stilizzato e al tempo stesso realista; talvolta, sono montati su un quadrupede e indossati con l'aiuto di una calotta di vimini. Essi sono chiamati diversamente in base ai luoghi: Warakun, Warabakun, Namakorokun, Sogonikun o Ngonzokun. Il volume presenta anche degli oggetti che non provengono dal Bamana;
alcuni gruppi insediatisi a loro volta nella valle del Niger hanno adottato questi culti e le loro maschere lasciandovi i propri segni tanto sul piano formale che stilistico.
Le danze della società Ciwara si svolgono soprattutto in pieno giorno, in mezzo ai campi o nei villaggi. Esse celebrano l'unione mitica tra il sole, che rinvia al principio maschile, e la terra, principio femminile, stimolando inoltre l'ardore al lavoro dei giovani coltivatori. Con un eccezionale senso estetico, i Bamana e i loro vicini sono riusciti nella vera impresa artistica di riassumere il mondo in alcune centinaia di capolavori.
Che si capisca o meno la simbologia veicolata da questi pezzi di arte religiosa, nel senso in cui tale arte lega l'uomo al mondo, non si può non essere affascinati dalle infinite variazioni, presenti in tutta la regione, del motivo dell'antilope, spesso in congiunzione con altre figure animali o antropomorfe.
Come la chimera, il centauro, la sirena, la medusa o il dragone, il Ciwara è diventato un tema contagioso, un simbolo esuberante che è entrato nella vita di tutti gli appassionati dell'Africa. Gli europei lo hanno scoperto alla fine del XIX secolo. Quando nel 1882 fu creato a Parigi il museo di Etnografia, il capitano Archinard, futuro conquistatore del Sudan occidentale, inviò al nuovo museo un bellissmo cimiero Ciwara.

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