Leo Castelli. L'italiano che inventò l'arte in America
LIT - Libri in Tasca
Traduzione di Sapuppo S. e Vuerich F.
Roma, 2012; br., pp. 427, cm 14x20.
(LIT. Libri in Tasca).
collana: LIT. Libri in Tasca
ISBN: 88-6583-078-6
- EAN13: 9788865830789
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura),Società e Tradizioni
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Extra Europa
Extra: Arte Americana
Testo in:
Peso: 0.49 kg
"Che fine avremmo fatto se non ci fossero stati i mercanti d'arte?", si chiedeva un tempo Pablo Picasso. In pochi casi la domanda è così calzante come per Leo Castelli: il gallerista italiano che reinventò l'arte in America accanto a espressionisti astratti dell'Action Painting come Jackson Pollock e Willem De Kooning, a neodadaisti come Robert Rauschenberg e Jasper Johns, con protagonisti della Pop Art come Roy Lichtenstein e Andy Warhol, e artisti del calibro di Frank Stella e Cy Twombly. Dandy, poliglotta dalle mille sfaccettature, brillante e raffinato seduttore, Leo scrisse più di un importante capitolo della storia dell'arte del Novecento nelle sue gallerie newyorkesi: prima sulla Settantasettesima Strada Est, e poi al leggendario 420 di West Broadway. La storia comincia dalla sua città di origine, la Trieste di inizio secolo, per passare al rarefatto ambiente surrealista di Parigi, con i suoi vernissage a mezzanotte, in cui la femme fatale Leonor Fini si incontrava con i maîtres-à-penser André Breton e Marcel Duchamp. Arrivando alla New York degli anni Cinquanta, tra le icone pop e i loft degli artisti di SoHo, fino al clima arrivista e rampante degli anni Ottanta. La vita di Leo Castelli è il "viaggio incantato" verso l'essenza di ogni uomo: la sua creatività, la sua vocazione, la sua missione nel mondo. (Introduzione di Gillo Dorfles)