Federico Borromeo e l'Ambrosiana. Arte e riforma cattolica nel XVII secolo a Milano
Vita e Pensiero
Milano, 1997; br., pp. XVI-460, 100 ill. b/n num. f.t., cm 18x26.
(Arti e Scritture).
collana: Arti e Scritture
ISBN: 88-343-2669-5
- EAN13: 9788834326695
Soggetto: Città,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Lombardia,Milano
Testo in:
Peso: 1.17 kg
Il 28 aprile 1618 Federico Borromeo donava la sua collezione di quadri, disegni, stampe e sculture alla costituenda Pinacoteca Ambrosiana. Riformatore ecclesiastico, autore di scritti sull'arte sacra, collezionista e protettore di pittori come Caravaggio e Jan Brueghel dei Velluti, il cardinale, arcivescovo di Milano, dava così forma al progetto dell'Ambrosiana, comprendente una biblioteca, un museo e un'accademia di belle arti che due anni dopo avrebbe aperto i battenti. Questa istituzione tripartita sarebbe stata preposta, nella diocesi, alla riforma della cultura religiosa e delle arti in conformità con i decreti del Concilio di Trento. Così, in un periodo complesso e tormentato come quello tra il Cinquecento e il Seicento, l'Ambrosiana appare non solo indicativa della pastorale borromaica, ma anche illuminante su aspetti talora trascurati del rapporto fra pensiero religioso e arte. È quanto emerge nello studio di Pamela M. Jones che, proprio attraverso il "caso Borromeo", suggerisce una rinnovata comprensione dell'età post-tridentina e del contributo offerto dai riformatori italiani allo sviluppo delle arti figurative. In contrasto con l'immagine di una teologia cupa e rigida, spesso associata a questo periodo, il programma di rinnovamento culturale promosso dal Borromeo e la sua concezione dell'arte sacra attestano infatti una spiritualità ottimistica, ben visibile nella scelta delle opere acquistate o commissionate per il Museo Ambrosiano.