Sette sere
Adelphi
A cura di Scarano T.
Milano, 2024; br., pp. 189, cm 11x18.
(Piccola Biblioteca Adelphi. 804).
collana: Piccola Biblioteca Adelphi
ISBN: 88-459-3896-4
- EAN13: 9788845938962
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.17 kg
Basta scorrere l'indice degli argomenti di questo ciclo di conferenze - la Divina Commedia, l'incubo, Le mille e una notte, il buddhismo, la poesia, la Cabbala, la cecità - per rendersi conto che in quelle sette sere del 1977 Borges volle offrire al pubblico un compendio dell'intera sua esperienza di lettore e di scrittore. Un lettore «edonista», che esorta ad affrontare la Commedia «con la fede di un bambino» e in generale a ignorare la storia della letteratura, perché solo i testi contano, e l'emozione estetica che sanno procurarci. E proprio per trasmettere questa gioiosa, leggera forma di edonismo, Borges, memore dei 'confabulatores nocturni' che si dice svagassero l'insonnia di Alessandro il Macedone, punteggia ogni conversazione di racconti: il dantesco «episodio di Ulisse», l'incubo di Wordsworth, la «storia dei due che sognarono» delle Mille e una notte, la leggenda del Buddha e quella del golem. Ma c'è di più: mentre discorre affabilmente dei libri che lo hanno appassionato, vediamo delinearsi le idee che questi hanno depositato nelle sue opere, tracciando un sentiero luminoso: l'idea che la realtà è un'illusione, un grande sogno che, se vogliamo, possiamo chiamare Dio; che anche il testo è «il mutevole fiume di Eraclito», giacché ogni lettura (o rilettura, o ricordo di quella lettura) lo rinnova; che inventare è ricordare, e la letteratura, di conseguenza, infinito reimpiego di materiali preesistenti. Il lettore e lo scrittore - ne abbiamo qui la conferma - nel caso di Borges coincidono miracolosamente.