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Le crepe del capitalismo

Bepress

Lecce, 2015; br., pp. 57, cm 11x17.
(Atomi).

collana: Atomi

ISBN: 88-96130-49-2 - EAN13: 9788896130490

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.01 kg


Il capitalismo non è l'eterno ritorno ciclico dell'identico, ma un processo storico dinamico. Ogni grande crisi si incontra a un livello di accumulazione e di produttività superiore a quelle del passato. Quindi, la questione della gestibilità o non gestibilità della crisi si pone in forma sempre nuova. I precedenti meccanismi di soluzione perdono validità. Le crisi dell'Ottocento furono superate perché il capitalismo ancora non aveva coperto tutta la riproduzione sociale. C'era ancora spazio interno per lo sviluppo industriale. La crisi economica mondiale degli anni '30 rappresentò una rottura strutturale a un livello di industrializzazione molto più elevato. Essa fu dominata grazie alle nuove industrie fordiste e grazie alla regolazione keynesiana, il cui prototipo furono le economie di guerra della seconda guerra mondiale. Quando l'accumulazione fordista urtò contro i suoi limiti, negli anni '70, il keynesianismo sfociò in una politica inflazionaria, sulla base del credito pubblico. La cosiddetta rivoluzione neoliberale, intanto, spostò solo il problema dal credito pubblico ai mercati finanziari. Lo sfondo era una nuova rottura strutturale dello sviluppo capitalista, causato dalla terza rivoluzione industriale della microelettronica. Il libro in questione è una raccolta di saggi sul capitalismo e le sue derive, in cui il filosofo tedesco analizza in modo critico, attraverso una revisione continua della crisi del capitalismo, la sua possibile fine.

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