Francesco Ippoliti. Un anarchico abruzzese agli inizi del Novecento
Mario Ianieri
Pescara, 2007; br., pp. 64, cm 13x18.
(I Quaderni di Gioia. 4).
collana: I Quaderni di Gioia
ISBN: 88-88302-34-4
- EAN13: 9788888302348
Soggetto: Saggi Storici,Società e Tradizioni
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Abruzzo e Molise
Testo in:
Peso: 0.01 kg
Francesco Ippoliti, era nato il 12 febbraio 1865 da Silverio Ippoliti, un piccolo proprietario terriero, e da Rachele Ottavi. Compì gli studi a Napoli dove si laureò in Medicina e Chirurgia. Qui si formò in un'atmosfera repubblicana e positivista, per abbracciare successivamente la dottrina anarchica del socialismo, manifestando idee anarchiche in corrispondenza col noto anarchico di Roma Temistocle Ponticelli. Determinante, per la sua formazione politica, fu il rapporto con Monticelli, figura di rilievo nella storia del movimento anarchico italiano e il marchigiano Ottorino Manni con il quale strinse amicizia. Divenne "il medico dei poveri". Si dedicò infatti ad assistere soprattutto la povera gente, dalla quale non pretendeva alcun pagamento. Il Principe Torlonia, prosciugando il Fucino, il terzo lago italiano quanto a grandezza, strappò dalle acque fece 16.000 ettari di terreni da coltivare, istituendo un suo feudo e governato secondo regole medievali, sostenuto dal clero e dalle forze dell'ordine corrotte. Ippoliti, rappresentò il vero spirito della rivolta, incitando i contadini alla ribellione del "regime feudale" nei movimenti di lotta contro lo sfruttamento del loro lavoro. Francesco Ippoliti, morì solo e dimenticato il 7 gennaio del 1938. Abbracciò l'anarchia e fu francescano al tempo stesso, anche se non uomo di fede. Decise di spogliarsi di ogni bene, per essere coerente con la sua scelta: "Povero fra i poveri, per non essere complice".