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Donne in onda nel ventennio fascista tra modernità e tradizione (1924-1939)

Rubbettino Editore

Soveria Mannelli, 2018; br., pp. 244, ill. b/n, cm 14,5x22,5.
(Varia).

collana: Varia

ISBN: 88-498-5525-7 - EAN13: 9788849855258

Soggetto: Saggi Storici

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.67 kg


Il 6 ottobre 1924 la violinista Ines Viviani Donarelli annuncia la nascita dell'URI e va in onda la «più antica voce» della radio, Maria Luisa Boncompagni. La radio nasce quindi al femminile, malgrado gli esordi androcentrici del mezzo dovuti al carattere tecnico-amatoriale dei suoi inizi sperimentali. Radiocroniste, dattilografe, cantanti femminilizzano la radio del Ventennio; i loro nomi e i loro volti sono in parte recuperati in questo libro così come le rubriche femminili. Il pullulare di immagini femminili della recláme del Radiocorriere mostrano la difficile sintesi tra esigenze pubblicitarie e modello eugenetico imposto dal regime, insomma, tra modernità e tradizione. Dalla metà degli anni Trenta, il Duce scopre la radio per rivolgersi alle madri e alle mogli dei combattenti partiti per l'Etiopia ma è ormai troppo tardi: la «scatola musicale» è già diventata la colonna sonora del tempo della donna, del lavoro come dell'ozio, disegnando, uno spazio femminile nuovo e «tutto per sé».

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